A Mombaldone sulle tracce degli Aleramici (AT)

Mombaldone

Dalla leggendaria cavalcata di Aleramo inizia la storia del Monferrato, di cui Mombaldone fa parte. Unico borgo della Langa Astigiana che sia ancora cinto delle mura originarie e che non abbia modificato la struttura abitativa dai tempi della sua fondazione, Mombaldone è stato eletto tra i borghi più belli d’Italia. La sua storia fu a lungo intrecciata alle vicende legate alla nobile famiglia dei Del Carretto, che ancora oggi vi risiede e fa parlare di sé.

Narra la leggenda che Aleramo era un giovane talmente bello e dai modi cortesi che al suo passaggio tutte le fanciulle sospiravano. Di lui si innamorò Alasia (o Adelasia), la figlia dell’imperatore Ottone I. I due giovani fuggirono insieme di notte su due cavalli, uno col mantello bianco e l’altro col mantello rosso, e riuscirono a scappare dalle guardie dell’imperatore che le inseguirono a lungo e senza sosta. Trovarono rifugio in una località ligure chiamata Lamio (l’odierna Alassio), dove vissero onestamente e in povertà per un certo periodo.
Un dì si sparse la voce che un nipote dell’imperatore Ottone era stato rapito e si temeva per la sua vita. Aleramo riuscì a trovarlo e a farlo rilasciare sano e salvo. La riconoscenza dell’imperatore fu grande: la fuga d’amore fu perdonata e l’intera famiglia (Aleramo, Alasia e i loro quattro figli) fu accolta a corte.
Aleramo fu investito del titolo nobiliare e ricevette in dono il possesso di tutte le terre che sarebbe riuscito a percorrere a cavallo in tre giorni e tre notti. Partì così a spron battuto e si aggiudicò il territorio che oggi è conosciuto come Monferrato. Da Aleramo discende la casata dei Del Carretto.MombaldoneLa leggendaria cavalcata di Aleramo è riproposta nelle vesti di gara automobilistica non competitiva nel racconto “Profumo di Leggenda” di Liliana Angela Angelari. Alla corsa partecipano Ilaria e Chiara, madre e figlia, in un’atmosfera resa surreale da “strani avvistamenti” di un cavaliere medievale che galoppa sul sentiero che costeggia la strada. Secondo la sceneggiatura le due passano per Acqui Terme e si fermano a Mombaldone al ristorante “Aldilà”, “gestito dai discendenti di un ramo degli aleramici”. Il ristorante, ben segnalato all’interno del borgo, esiste davvero e appartiene a Umberto Scaliti del Carretto, un discendente dell’antica casata. Il ristorante è in un palazzo nobiliare detto la Fortezza, un massiccio edificio con esterni in pietra a vista, documentato già nel 1209 e a più riprese rimaneggiato, arredato in stile settecentesco. Vi sono servite cene e degustazioni romantiche a lume di candela, mentre l’affascinante Gemma Del Carretto intrattiene i suoi ospiti.
Mombaldone è un borgo piccolo, antico e ben conservato, situato nella Langa Astigiana.
È ancora cinto dalle mura originarie e si sviluppa lungo l’unica via maestra, in parte acciottolata, che dalla porta d’ingresso alla città fortificata, ad arco acuto e ancora intatta nella sua forma originale, attraversa Piazza Umberto I, costeggia il terrapieno dell’antico castello e continua salendo lentamente tra case in pietra e muri a secco. Da questa si dipartono vicoletti, cortili e la Portiola, un androne secondario della Rocca risalente al XIII secolo, sorretto da volte in pietra e travi a vista che collega la strada maestra alla ripida discesa verso il fiume Bormida di Spigno. Nell’antro della Portiola sono stati allestiti dei coppi, mattonelle e ceppi dipinti a mano che illustrano scene oniriche, frasi poetiche e inni alla vita.

“Son contadino e pescatore
vorrei una rete speciale
pescherei luna e sole
quando si tuffano nel Bormida
che fluente irrora
la mia amata terra”

Dell’antico castello, risalente al XIII secolo, sorto su un terrapieno sostenuto dai bastioni, restano solo dei ruderi: fu parzialmente abbattuto nel 1637 e circa un secolo dopo in quello che era stato il suo fossato fu eretta la chiesa parrocchiale barocca di San Nicolao a pianta esagonale, accanto all’Oratorio dedicato ai santi Fabiano e Sebastiano, oggi sconsacrato. MombaldoneParte delle pietre dell’antica torre del castello fu poi donata da Aleramo del Carretto nel 1840 per consentire l´ultimazione del tratto di ferrovia che collega Mombaldone a Spigno. Ciò che resta della torre è un mozzicone posto al centro dell’antico mastio, di pianta quadrata. Era una torre di avvistamento, voluta insieme ai bastioni e alle mura di cinta per fortificare il borgo, che già in epoca romana sorgeva in posizione strategica a controllo dell’antica via Julia Augusta, che dalla costa e lungo l’entroterra ligure si immetteva nella pianura padana. Nel corso del 1300 il nobile Enrietto Del Carretto fece costruire altre due cinte di mura difensive, di cui sono rimasti alcuni tratti. Poco dopo furono fatti costruire cunicoli, stanze e passaggi segreti, i cui tracciati si perdono nella leggenda, ma che all’inizio di questo secolo erano ancora percorribili e dal castello passavano sotto il vicino fiume Bormida in direzione dell’abitato di Spigno per permettere la fuga in caso di necessità.
Il destino di Mombaldone è stato strettamente legato ai Del Carretto dal 1209 per tutto il medioevo e conobbe un periodo fiorente di prosperità. I Signori di Mombaldone ottennero molti privilegi dall’imperatore Carlo V, tra cui il titolo di Vicari Imperiali del Sacro Romano Impero, la possibilità di battere moneta e conferire lauree in “ambo le leggi, medicina, belle lettere, filosofia, teologia e poesia”. I fasti medievali rivivono l’ultimo sabato e domenica di agosto con la Rievocazione Storica ‘Historia Montis Baudonis’, una manifestazione in cui è celebrato l’attaccamento emotivo degli abitanti alla propria storia e tradizioni. Nel corso della manifestazione un centinaio di figuranti in abiti, uniformi e armi d’epoca oltre a rappresentare scene di vita quotidiana con il mercato medievale, musiche e danze, combattimenti di spade e cambi di guardia alla porta, conferimento di lauree e investiture a cavaliere, mettono in scena episodi storicamente documentati e accaduti nella zona, come il famoso matrimonio di Ilaria del Carretto o il processo dell’Inquisizione con la condanna delle masche, o il passaggio delle truppe napoleoniche guidate dal generale Victor nel 1799 contro la strenua resistenza del popolo locale.
È breve la passeggiata che permette di attraversare il borgo, fermandosi ad osservare i particolari di antichi portali e stemmi gentilizi, il grigio della pietra delle case ed il rosso dei coppi, leggendo i cartelli didascalici dei principali palazzi e le brevi massime che alleggeriscono l’anima durante il lento cammino, che porta fin dove il borgo degrada nella campagna ed oltre, seguendo una strada che chissà dove porta ma ci guida in un panorama di calanchi di tufo e ginestre. Accompagnati dal silenzio, dalla quiete e da qualche gatto coccolone, una visita a Mombaldone è un’esperienza intima in un altro tempo.

Città Mombaldone

Provincia Asti

Regione Piemonte

Coordinate GPS 44°34′19″N 8°20′09″E

Come arrivare

In auto: da Torino. Dall’autostrada A6, prendere l’uscita Altare, continuare sulla SP 29, prendere la SS 30 e seguire le indicazioni per Mombaldone.
da Milano. Prendere l’autostrada A21, in prossimità di Alessandria, continuare sull’autostrada A26, prendere l’uscita Alessandria Sud, proseguire in direzione di Acqui Terme, prendere la SS 30, superare il comune Acqui Terme, continuare sulla SS 30 e seguire le indicazioni per Mombaldone.

In treno: Fermata Mombaldone – Roccaverano

Cosa visitare nei dintorni

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– Roccaverano (AT)
– Acqui Terme (AL)
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Per saperne di più

È possibile trovare molte informazioni utili su Mombaldone sul sito internet: http://www.comune.mombaldone.at.it/.

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2 commenti

    • Grazie Lorena! Il borgo è piccolo ma suggestivo. Da lì si possono fare anche delle escursioni a piedi fino ai borghi vicini.

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