I confetti di Sulmona

“A Ceppo si faceva un presepino
con la sua brava stella inargentata,
coi Magi, coi pastori, per benino
e la campagna tutta infarinata.
La ser a io recitavo un sermoncino
con una voce da messa cantata,
e per quel mio garbetto birichino
buscavo baci e pezzi di schiacciata.
Poi verso tardi tu m’accompagnavi
alla nonna con dir: “Stanotte L’Angelo
ti porterà chi sa che bei regali!”.
E mentre i sogni m’arridean soavi,
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra’ i guanciali.”
Il Presepe di Gabriele D’Annunzio

I confetti sono da sempre considerati dolcetti golosi e beneauguranti, non a caso sono donati nelle cerimonie come i battesimi ed i matrimoni. Pare che quest’usanza fosse nota già presso i Romani del V secolo a.C., che li utilizzavano nelle cerimonie importanti come le nozze e le nascite nelle famiglie patrizie. I confetti di allora non erano rivestiti di zucchero ma il composto che avvolgeva la mandorla era di miele e farina. Li ritroviamo citati anche nei sonetti della settimana (quello dedicato al mercoledì) e in quelli dei mesi (gennaio e novembre) di Folgóre da San Gimignano, composizioni poetiche dell’inizio del XIV secolo, scritte in dialetto toscano e precedenti alla Divina Commedia. Descrivono feste e banchetti, piacevoli occupazioni e diletti di gentiluomini cortesi. Nei banchetti i confetti vengono elencati insieme alle più pregiate leccornie dell’epoca, come lepri, fagiani e capponi accompagnati da vino greco, vernaccia e frutta.
Dal Decamerone di Boccaccio, settima giornata, terza novella, sappiano che i confetti erano considerati dolci pregiati al pari del vino greco e della malvasia e che venivano conservati in “scatole di vari confetti piene”. Nel XIII secolo venivano festosamente lanciati sul popolo dai balconi delle case dei nobili durante il Carnevale di Venezia, dove erano stati portati dai mercanti provenienti dall’Oriente. Questi confetti erano con mandorle, anici o semi di coriandolo ricoperti da miele indurito e venivano conservati in preziosi cofanetti decorati (gli antenati delle odierne bomboniere). Solo nel XV secolo il miele sarà sostituito dallo zucchero e i confetti inizieranno ad essere molto simili a quelli che conosciamo noi oggi. Proprio in questo periodo Sulmona, una piccola città dell’Abruzzo, inizierà a distinguersi per la loro produzione: in particolare nel Monastero di Santa Chiara i confetti saranno legati con fili di seta per comporre fiori, grappoli, spighe e rosari. Si assiste ad una vera e propria lavorazione artistica di questi dolcetti, una tradizione che continua fino ai giorni nostri e che le ha portato riconoscimenti di fama mondiale. A Sulmona sono sorte delle ditte specializzate nella produzione del confetto, tra le quali quelle considerate più importanti sono la ditta Di Carlo del 1833 e la ditta Pelino, la più antica, risalente al 1783, che ospita anche il “Museo dell’arte e della tecnologia confettiera”, nel quale è possibile vedere gli odierni macchinari in funzione durante la produzione. Camminando per le strade di Sulmona è impossibile non lasciarsi affascinare dalle bellissime composizioni di confetti che colorano le vie e i banchetti delle botteghe. Fiori di ogni tipo, dalle margherite, alle rose, ai tulipani, api, libellule, farfalle e coccinelle, perfino fate, folletti, coniglietti e puffi: non c’è limite alla fantasia, né alle forme che possono avere queste composizioni fatte di confetti colorati. Ciascuna genera un moto di stupore, meraviglia e allegria. Riuscireste a mangiare un’opera d’arte?
Secondo la tradizione l’anima del confetto è data da una mandorla intera, del tipo pizzuta di Avola, sgusciata e pelata, rivestita da strati di zucchero sovrapposti per successive bagnature che danno al confetto il caratteristico colore bianco. Le dimensioni ed il peso variano in funzione del calibro della mandorla scelta. Con il passare del tempo sono state introdotte nuove varietà, in cui l’anima del confetto può essere costituita anche da altri ingredienti, come nocciola, cioccolato, canditi vari, pistacchio o frutta secca, il tutto rivestito da strati di zucchero e o di cioccolato. Oggi i confetti non sono più solo bianchi, ma possono avere un’ampia gamma di colori, a ciascuno dei quali è associato un significato: azzurro per la nascita di un bambino, rosa per una bambina, bianco per un matrimonio, oro per l’anniversario delle nozze d’oro, nero per un funerale, verde per un fidanzamento, rosso per la laurea. Anche al numero dei confetti, rigorosamente dispari, è associato un significato: uno simboleggia l’unicità dell’evento, tre simboleggia la famiglia composta da una coppia e il figlio. Cinque confetti simboleggiano fertilità, lunga vita, salute, ricchezza e felicità: un confetto per ogni augurio.
La lavorazione industriale dei confetti richiede l’uso di macchinari a rotazione continua per riuscire a rivestire le mandorle con lo zucchero in modo uniforme. Il procedimento è laborioso, comprende anche una fase di lisciatura, un’eventuale fase di colorazione e la fase finale di lucidatura. Il tutto può durare tra due e tre giorni. Tuttavia con un po’ di pazienza e manualità è possibile preparare i confetti in casa, seguendo la ricetta sotto riportata.

Ingredienti
100 g di pasta di mandorle
50 g di mandorle intere spellate
100 g di zucchero a velo
2 gocce di limone
1 albume

Preparazione
Per spellare le mandorle, immergerle in acqua bollente per circa 10 minuti, scolarle e adagiarle su un panno pulito. Rimuovere la buccia strofinandole bene e asciugarle mettendole per pochi minuti nel microonde oppure al sole per qualche ora.
Stendere bene la pasta di mandorle con le mani o un matterello, ritagliarla con un diametro di circa tre o quattro centimetri. Arrotolarla intorno alla mandorla, dando la forma del confetto classico. Adesso con l’albume, lo zucchero a velo e del limone preparare la glassa e immergerci i confetti. Sistemate i confetti in una teglia avvolta con la carta da forno e infornare per circa dieci minuti a 50 gradi, finché non si sarà asciugata completamente la glassa. Una volta tolti dal forno lasciarli raffreddare almeno per un paio di ore, in modo da creare la giusta consistenza che caratterizza proprio i confetti.

Buon appetito!

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