Gubbio: La festa dei Ceri (PG)

Ogni anno, il giorno della vigilia della morte di Sant’Ubaldo, la città di Gubbio festeggia il proprio amato Patrono, rinnovando una tradizione che si ripete da oltre cinquecento anni.

Un fiume di ceraioli scorre inarrestabile in mezzo ad un mare di folla che grida, applaude, fischia, acclama, incita, esulta al loro passaggio: siamo a Gubbio, il 15 maggio e la città festeggia il suo amato Patrono Sant’Ubaldo.
Li abbiamo visti uscire di corsa dal Palazzo dei Consoli, scendendone i gradini a perdifiato, tenendo per le maniglie il Cero coricato di Sant’Ubaldo, annunciati dal suono festoso e solenne delle campane. Un fiume di camicie gialle su pantaloni bianchi e di fusciacche rosse strette in vita e fazzoletti rossi al collo si è fatto largo nella ressa, subito seguito dal fiume di camicie azzurre, pantaloni bianchi, fusciacche e fazzoletti rossi che scorta il Cero di San Giorgio e da quello di camicie nere del Cero di Sant’Antonio. I ceri, strutture di legno formate da due prismi ottagonali collegati tra loro, lunghe fino a quattro metri, rapidamente si affiancano; ad un’estremità viene fissata la statua del Santo, l’altra viene assicurata a delle stanghe verticali, dette barelle, dove il Capodieci, il capo del Cero, è già in piedi, pronto a fare da contrappeso. Il fragore della folla segna “l’Alzata”: uno scatto improvviso e le tre strutture sono issate in verticale, ciascuna è una macchina che pesa quasi tre quintali, portata in spalla dai ceraioli che, dopo tre “birate” alla massima velocità intorno all’asta del gonfalone, iniziano la “Mostra” in una folle corsa per le strade della città. Piazza Grande è una distesa colorata di teste e braccia levate che si riversa in un corteo gioioso a cui partecipano proprio tutti. Anche chi non dovrà portare il Cero veste i colori del proprio Santo. Molti salutano affacciati alle finestre e se il Santo si avvicina non esitano a fargli una carezza o a mandargli un bacio.foto Sant'Ubaldo, festa dei Ceri di GubbioI tre Santi si separano, seguiti e talvolta preceduti dal proprio corteo: passano a trovare anziani e malati che li accolgono con occhi umidi. Nelle strade laterali le famiglie hanno portato fuori i tavoli e li hanno imbanditi con biscotti, salatini e bibite; c’è perfino una fontana da cui zampilla vino rosso. Se da una parte il Santo porta ovunque la sua benedizione, dall’altra questa festa è anche un’occasione per ritrovarsi. Anche i turisti ed i curiosi sono invitati ai banchetti improvvisati: a tutti sono offerti sorrisi, parole allegre e qualcosa da mangiare e bere. Anch’io, vestita da Sangiorgiara e con la fotocamera al collo, sono accolta con calore, come se fossi eugubina.
Non è facile descrivere che cosa si prova vedendo i Ceri passare veloci, con i Santi in cima, i mantelli svolazzanti, ben al di sopra del mare di teste della folla , in mezzo all’euforia generale. Quando trovano un cavo della luce devono rallentare ed abbassarsi; se incontrano un altro Santo gli fanno un inchino rispettoso prima di riprendere la propria corsa. A volte li si vede procedere lentamente per poi partire a razzo; l’impulso di seguirli è irresistibile e così si finisce per percorrere la città dentro e fuori le mura. Anche i bambini, futuri ceraioli, si cimentano nella corsa dei Ceri, alle prese con strutture ben più piccole e leggere: vedere il loro impegno ed entusiasmo è commovente.
Un momento di ristoro conviviale è dato dal pranzo servito nella Sala maggiore del Palazzo dei Consoli, nei locali sotto Piazza Grande e offerto ai ceraioli ed a tutti i visitatori, eugubini e non. Ci si trova seduti fianco a fianco, su lunghe panche ai lati di tavolate apparecchiate per tutti, come una grande famiglia, a ridere e scherzare e commentare gli accadimenti della giornata o pronosticare l’esito della corsa imminente, mentre la musica suonata dalla banda in giro per le vie del centro riscalda l’animo con il suo ritmo allegro e cadenzato: c’è chi tiene il tempo con un piede o la testa e chi si lancia in un ballo improvvisato.
Alle cinque del pomeriggio inizia la processione guidata dal Vescovo, che benedice il percorso dove presto gareggeranno i Ceri, già pronti in attesa davanti alla Chiesa di S. Giovanni Decollato detta dei Neri. La banda apre il corteo suonando un motivo struggente tra gli applausi della folla. Circa un’ora dopo il Vescovo benedice i ceraioli al suono delle campane; poi un trombettiere a cavallo parte suonando la carica e la Corsa dei Ceri ha inizio.Foto processione, festa dei Ceri di GubbioI ceraioli devono correre a più non posso, portando sulle spalle il loro importante, pesante ed ingombrante fardello, facendo attenzione a non inclinarlo, urtare gli ostacoli o farlo cadere mentre evitano i cavi della luce e svoltano tra gli angoli a gomito della città, su strade strette ed impervie, discese ardite e salite faticose, tra ali di folla acclamante. Il percorso è lungo oltre quattro chilometri, diviso in quattro soste e termina in cima al monte Ingino, alla Basilica di Sant’Ubaldo. I ceraioli non possono lasciare il Cero o fermarsi per nessun motivo finché non sono sostituiti in corsa o non sono arrivati nelle zone prestabilite; fa eccezione il caso in cui il Cero davanti a loro sia caduto: in questo caso devono fermarsi ed aspettare che quello riprenda la corsa. Non possono superarsi tra Ceri ma devono rispettare l’ordine stabilito dalla tradizione: prima Sant’Ubaldo, poi San Giorgio ed infine Sant’Antonio.
Incoraggiati ed acclamati come eroi, onorati ed affaticati, i ceraioli affrontano il percorso sterrato dell’ultimo tratto, tra tornanti e gradini, fino alla porta della Basilica. Per oltrepassarla devono fare la “Calata”, cioè riportare il Cero in orizzontale. Se il Cero di Sant’Ubaldo è riuscito a staccare abbastanza quello di San Giorgio, può decidere se richiudere le porte subito dopo il proprio passaggio o permettere all’ altra squadra di entrare per festeggiare tutti insieme; lo stesso vale per il Cero di San Giorgio nei confronti di quello di quello di Sant’Antonio.
Chi ha vinto? Gli eugubini ne discuteranno animatamente durante il resto della festa e per tutto l’anno. Ha vinto la città di Gubbio, che ancora una volta si è stretta intorno al proprio Patrono con gioia; ha vinto ogni singolo eugubino, che pur di non mancare ha preso ferie ed ha partecipato alla festa e già da domani penserà ai preparativi per la prossima edizione. Qualcuno è tornato apposta anche da molto lontano. Ha vinto ogni ceraiolo che ha gareggiato con se stesso in un atto di forza fisica, resistenza ed abilità, e, nel tentativo di superarsi, ha donato la propria fatica al Santo. Ha vinto ogni spettatore che si è fuso in un mare di gente immenso, esaltante quanto spaventoso, vivendo un’esperienza assolutamente unica che da secoli si ripete e si rinnova.

Città Gubbio

Provincia Perugia

Regione Umbria

Coordinate GPS 43°21′06.44″N 12°34′38.16″E

Come arrivare

In auto: da Nord. Autostrada A1 Milano-Napoli con uscita ad Arezzo; proseguire in direzione Sansepolcro ed immettersi sulla E45 fino ad Umbertide; da qui seguire le indicazioni per Gubbio.
Da Sud. Autostrada A1 con uscita a Orte; proseguire sulla E45 in direzione Perugia; all’altezza di Bosco iniziano le indicazioni per Gubbio.

In autobus: Gubbio è servita dalle autolinee Giovannini. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: http://www.autolineegiovannini.com/Carta%20dei%20Servizzi/Servizio-exstraurbano.html .

In treno: Stazione ferroviaria di Fossato di Vico/Gubbio sulla linea Roma-Ancona. La stazione è collegata con il centro di Gubbio da un autobus.

Per saperne di più

Ho trovato molte informazioni sulla Corsa dei Ceri di Gubbio nel sito internet: https://www.ceri.it/.

corsa dei ceri di GubbioIl 13 maggio 1983 alla Corsa dei Ceri di Gubbio è stato dedicato uno dei francobolli della serie “Folclore Italiano”, del valore facciale di 300 Lire.

Se cerchi i luoghi e le manifestazioni italiane celebrate attraverso le emissioni filateliche, ne troverai molti altri nella sezione dedicata di questo sito:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia/

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