San Galgano e la spada nella roccia (SI)

Abbazia di San Galgano

Nella campagna senese, a pochi chilometri da Chiusdino, San Galgano ha dato origine ad una storia che si intreccia all’epopea di Re Artù ed i Cavalieri della Tavola Rotonda.

Quando Artù estrasse la spada dalla roccia, diventò il Re d’Inghilterra.
Basta questa immagine a richiamare il mito di Camelot, le avventure dei Cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca del Sacro Graal, i misteri legati alla magica Excalibur, Morgana e Merlino; tutto ruota attorno alla figura di Re Artù, in un’epopea che risale al XII secolo ed è giunta fino a noi.
Il fascino esercitato dal leggendario condottiero era tale da immortalarne le gesta nel bassorilievo che sormonta una delle porte del Duomo di Modena, risalente all’anno 1120. Lì Artù è raffigurato come un cavaliere barbuto, con una lunga asta, che cavalca verso un castello, dove è imprigionata una fanciulla. C’è il suo nome intagliato nella pietra, proprio sopra la sua testa. Insieme a lui è raffigurato anche Galvano, il migliore dei cavalieri, quello più temerario e leale.
L’assonanza tra Galvano, il nipote di Artù, e Galgano, il Santo che conficcò la sua spada nella roccia, è intrigante e, quando sono venuta a conoscenza del fatto che la spada di San Galgano esiste davvero, mi sono messa in viaggio per andare a vederla.
Abbazia di San GalganoEccoci a pochi chilometri da Chiusdino, in un pianoro verde, costellato di papaveri, spighe e fiori gialli. Davanti a noi c’è un’antica abbazia cistercense, gotica, con le alte facciate di pietra e mattoni ed il viale d’accesso fiancheggiato dai cipressi. È l’Abbazia di San Galgano, fondata nel 1220, costruita dai monaci in circa cinquant’anni. Presto divenne uno dei più importanti e fiorenti centri monastici ma, già un secolo dopo, la carestia del 1329, la pestilenza del 1348 ed il passaggio di eserciti e mercenari dediti al saccheggio ne causarono il declino, fino all’abbandono da parte dei monaci alla fine del XV secolo.
Si narra che l’Abate Commendatario Girolamo Vitelli, uomo corrotto ed amante del lusso, arrivò a venderne il tetto con copertura di piombo per trarne profitto; in realtà esso crollò definitivamente nel 1786, quando vi cadde sopra il campanile, colpito da un fulmine. Da allora l’Abbazia di San Galgano è scoperchiata e questo contribuisce a darle un tocco di fascino in più.
È stata un’esperienza insolita camminare al suo interno, sul pavimento di sassi, tra le navate, con l’ombrello aperto per proteggermi dalla pioggia, osservando le colonne slanciate e le arcate ogivali, sulle quali non poggia più nulla. La luce, che filtra anche dalle finestre laterali e dal grande rosone frontale, è intensa e lascia una bella sensazione di spazio.
Abbazia di San GalganoLa spada leggendaria non è custodita qui ma nell’eremo di Montesiepi, una cappella circolare in cima alla collina qui di fronte; vi si arriva con una breve passeggiata. Le vie d’accesso sono due, entrambe in salita: una asfaltata ed una sterrata.
L’eremo è in mattoni, con bande orizzontali in travertino. All’interno offre un ambiente raccolto, sormontato da una cupola elegante ed ipnotica, vagamente etrusca. Al centro, una teca di plexiglass protegge l’elsa e parte della lama di una spada duecentesca conficcata nella roccia. Si narra sia appartenuta a Galgano Guidotti, un cavaliere giovane e dissoluto. Un giorno si pose sul suo cammino l’Arcangelo Michele e lo esortò a convertirsi; Galgano rispose che abbandonare la sua vita di piaceri sarebbe stato facile come conficcare la sua spada nella roccia. Fece l’atto e, contrariamente alle sue aspettative, la spada fendette la pietra come se fosse di burro e vi restò imprigionata. Scosso dal miracolo, Galgano iniziò una vita esemplare, che lo portò alla santificazione. Abbazia di San GalganoDa allora la spada nella roccia diventò un simbolo di pace e redenzione; le fu costruita attorno una cappella, che presto diventò meta di pellegrinaggio. La sua fama crebbe velocemente, al punto che, pochi anni dopo, i frati cistercensi vennero ad insediarsi qui e costruirono la loro abbazia ai piedi della collina di Montesiepi.
Contemporaneamente i trovatori francesi iniziarono a cantare la storia della spada magica in grado di tagliare qualsiasi materiale, quella che solo il prescelto, virtuoso e meritevole avrebbe potuto impugnare; la spada che alcuni poeti e scrittori canteranno con il nome di Excalibur.

Dove Abbazia di San Galgano ed Eremo di Montesiepi, Chiudino

Provincia Siena

Regione Toscana

Coordinate GPS 43°08′57.87″N 11°09′20.26″E

Come arrivare

In auto: da Siena. Seguire la Strada Provinciale 73 bis in direzione di SP 441 Chiusdino per una trentina di chilometri. Da Chiusdino seguire la segnalatica marrone per circa 3 Km, fino a destinazione.

Cosa visitare nei dintorni

– Abbadia a Isola
Monteriggioni
– Colle Val d’Elsa
– San Gimignano

Per saperne di più

È possibile trovare molte informazioni utili sull’Abbazia di San Galgano e sull’Eremo di Montesiepi sul sito internet: https://abbazia-san-galgano.business.site/.

Se ti intrigano le grandi abbazie e cattedrali “incompiute”, potrebbe interessarti anche il seguente articolo:
Venosa: dalle odi ai madrigali (PZ)

Visits: 531

Condividi

2 commenti

    • Grazie Gian! è sempre bello leggerti e sapere che mi passi a trovare ed apprezzi i miei articoli 🙂
      Un abbraccio!

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*