Ci vediamo in Corte a Grado (GO)

Grado

Emersa tra il mare Adriatico e la laguna friulana, Grado è ”L’Isola d’oro” celebrata dal famoso poeta e scrittore Biagio Marin; è conosciuta anche come “Isola del Sole”.

Un dosso di rena, un lido stretto e falcato sul vertice di un delta, che un fiume di una volta ha dimenticato; quattro case corrose, strette a ridosso di due chiese, intervallate da poche calli, da quattro campielli odoranti di pesce fresco e di salamoia; una vecchia razza di pescatori inebetiti da molti secoli di fame e di isolamento: così era il paese. Ma sull’isola splendeva un cielo alto e gli orizzonti intorno erano quasi infiniti”.
Biagio Marin descrive così la sua amata Grado, nella quale è nato ed ha vissuto per tutto il secolo scorso; l’ha raccontata in prosa ed in versi, scrivendo in “graesan”, quel dialetto dalla musicalità dolce, tanto apprezzato da Ippolito Nievo.
Ecco gli orizzonti quasi infiniti: da una parte la laguna, con quel ponte lungo e girevole che l’attraversa tutta, regalando l’avvicinarsi a Grado come se fosse un tuffo in un quadro. Quando arriva un temporale ed il cielo si fa d’ardesia, carico di nuvole pesanti, la laguna diventa color smeraldo e non c’è nulla che possa descrivere uno spettacolo simile.
Poi c’è la passerella di legno che sembra una strada infinita appena sospesa sull’acqua fra la riva e la fila di barche ormeggiate tra le bricole.
GradoAl centro di Grado c’è il porto canale, dove i colori del paesaggio e la luce si riflettono tra le barche dei pescatori e quelle da diporto per i turisti.
Infine c’è il mare, con il suo profumo salmastro ed il suono delle onde che si infrangono contro la diga. Questa, inizialmente, era una lunga palizzata di legno, eretta a metà del XVIII secolo per proteggere Grado dalle mareggiate e dall’acqua alta; adesso è il lungomare Nazario Sauro, una bella passeggiata rilassante che costeggia edifici liberty e ci accompagna dalla spiaggia principale a quella della “Costa Azzurra”, rasentando appena la città vecchia. Lungo il percorso ci sono dei cartelli che la ritraggono nelle foto d’epoca della fine dell’ottocento; c’è un forte napoleonico ormai scomparso, sono differenti le vele delle imbarcazioni ed è diverso il dorso della diga ma la sensazione è quella che nulla sia cambiato.
GradoForse la magia sta in quella percezione del tempo, in quell’atmosfera sospesa tra le calli strette ed i campielli soleggiati, dove si cammina a piedi e si sente parlare in dialetto. Non corriamo il rischio di perderci: l’arcangelo segnavento sulla punta del campanile della Basilica di Sant’Eufemia è un punto di riferimento ben in vista dal 1462.
La Basilica è molto più antica: costruita in mattoni e con il pavimento fatto di mosaici, fu consacrata nel 579, subito dopo l’arrivo dei Longobardi in Italia. Fu sede del Patriarcato e custode del suo tesoro dopo la distruzione di Aquileia, fin quando non passò il testimone a Venezia, a metà del XV secolo. Nel 2015 è apparsa nei reportage dei giornali e riviste di cronaca rosa che si sono occupati del matrimonio della cantante Elisa con il suo chitarrista e compagno di vita Andrea Rigonat: si sono detti il fatidico “Sì” poco oltre le colonne marmoree in parte romane ed in parte bizantine della navata centrale.
Accanto alla Basilica ci sono un lapidario ed il Battistero Paleocristiano con la sua vasca battesimale di forma esagonale, l’altare inserito nell’abside, mosaici sul pavimento ed alle pareti ed il soffitto in legno. Proprio di fronte, sul basamento fatto da tre gradoni di pietra, al di sopra di una colonna, fa bella mostra la croce patriarchina.
Biagio Marin abitava proprio qui vicino e per andare nella piazza che gli è stata intitolata si attraversa la via Gradenigo passando di fronte a quella che era la più grande e spaziosa delle torri del castrum romano e che nel V secolo ospitava un’intera guarnigione.
GradoLe foto in bianco e nero di repertorio del primo novecento si sovrappongono alle immagini di vita quotidiana; qui, dove antico e moderno si incontrano, un sistema di passerelle trasparenti e tiranti d’acciaio permette di vedere sarcofagi, tratti di pavimentazione a mosaico e le fondamenta della basilica della Corte, la prima chiesa gradese risalente al IV secolo.
La casa della musica, costruita nel VI secolo, ospita un auditorium ed è sede espositiva.
L’hotel Fonzari, il più antico di Grado, ha ormai un aspetto moderno, irriconoscibile rispetto ai suoi inizi.
I resti dell’elica di un aereo statunitense precipitato in laguna il 30 gennaio 1944 è diventato un monumento ai caduti dell’aria.
Noi, turisti e viaggiatori giunti a Grado, in piazza Biagio Marin, un tempo Piazza della Corte, volgiamo lo sguardo al via vai di pedoni e ciclisti intorno a noi, immersi in un momento perfetto.
Non v’è angolo della terra che non abbia una sua anima. E quando l’uomo la incontra, la riconosce e in lei si distende, allora soltanto nasce il riposo dell’uomo.”

Città Grado

Provincia Gorizia

Regione Friuli-Venezia Giulia

Coordinate GPS 45°41′N 13°24′E

Come arrivare

In auto, treno, autobus, aereo e bicicletta: ho scoperto come raggiungere Grado grazie a questo link. https://grado.it/it/scoprire-grado/come-arrivare/.

Cosa visitare nei dintorni

Aquileia (UD).
– il borgo rinascimentale di Palmanova (UD)

Per saperne di più

È possibile trovare tutte le informazioni relative a Grado sui siti internet: https://www.grado.info/ e  https://friuli.vimado.it/page/6/?s=grado

La zona archeologica di Grado si conserva principalmente tra Piazza Biagio Marin e il Campo Patriarca Elia; se l’argomento ti interessa, non perderti gli articoli raccolti nella sezione dedicata ai siti archeologici italiani visitabili:
– https://www.travel-experience.it/category/archeo/

Il 6 luglio 2018 Grado è apparsa come soggetto di uno dei francobolli della Serie Turismo, del valore facciale di B (1,10 €)
francobollo Grado Se cerchi i luoghi italiani immortalati nel celebre ciclo filatelico emesso a partire dal 1974, ne troverai molti nella sezione dedicata:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia/

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