Procida, la più piccola delle isole del Golfo di Napoli, con la sua bellezza ha ispirato scrittori e registi, meritandosi il titolo di “Capitale Italiana della cultura” per l’anno 2022.
Sul terrazzo del belvedere, una piccola folla di turisti si è raccolta intorno alla guida. Ascoltano la storia di Graziella, la bella e romantica nipote di un pescatore, che fu il primo amore dello scrittore francese Alphonse de Lamartine, giunto in Italia, diciottenne, per seguire alcuni affari di famiglia ed approdato sull’isola per salvarsi dal mare in tempesta.
Seduti a cavalcioni su uno dei due vecchi cannoni a lunga gittata, due bambini ridono festosi. A loro non importa che quei pezzi d’artiglieria furono usati dagli Inglesi contro la marina francese durante la repressione della Repubblica Napoletana nel 1799; sono talmente presi nei loro giochi da non prestare attenzione neppure alla bellezza del paesaggio che si apre al di là del parapetto.
In basso, la linea costiera è l’ arco perfetto di una caldera e svela l’origine vulcanica di Procida; gli antichi attribuivano l’attività sismica all’irrequietezza dei Giganti che Zeus affrontò in battaglia ed imprigionò sotto l’isola.
Il mare è una tavola blu increspata dalla brezza, sulla quale si riflettono i colori vivaci degli edifici che compongono il pittoresco borgo di Marina di Corricella.
Alle nostre spalle, una fila di taxi turistici sale traballando verso Terra Murata, un piccolo borgo fortificato, sorto nel IX secolo, quando la popolazione cercò rifugio nella parte più alta dell’isola per proteggersi dalle incursioni dei pirati saraceni. Li vediamo sparire rumorosamente attraverso la Porta di Ferro, diretti verso Palazzo d’Avalos, oggi custodito da una colonia di gatti sornioni e ben pasciuti; poi proseguiranno dritti, inerpicandosi sotto la stretta porta medievale di Mezz’Omo e rasentando i muri delle case.
Anche Terra Murata offre una terrazza panoramica con paesaggio mozzafiato: da lì lo sguardo abbraccia il golfo di Napoli ed ha una vista privilegiata sul fascino austero e brutale del palazzo che porta il nome della famiglia d’Avalos, i potenti feudatari spagnoli che governarono su Procida dall’inizio del XVI secolo fino alla venuta dei Borboni.
Venendo da Napoli via mare, il palazzo appare come una fortezza imponente, solitaria ed inviolabile. Fu costruito per proteggere il borgo di Terra Murata dai frequenti attacchi dei pirati barbareschi che in quegli anni erano comandati dal feroce corsaro Khayr al-Dīn, noto come il Barbarossa. Razziavano, uccidevano, facevano prigionieri solo per venderli come schiavi. Secondo una leggenda, perfino San Michele Arcangelo intervenne una volta per salvare i Procidani, ormai allo stremo delle forze dopo un lungo e sanguinoso assedio, e scese dal cielo brandendo la sua spada fiammeggiante, mettendo in fuga i nemici sotto una pioggia di fulmini e saette. All’Arcangelo è dedicata un’Abbazia con una cripta ricca di tesori.
Diventato il Palazzo Reale con l’avvento dei Borboni, nel 1815 Palazzo d’Avalos fu trasformato in scuola militare e successivamente in carcere. Nel 1971 fu una delle location del film drammatico “Detenuto in attesa di giudizio”, nel quale Alberto Sordi interpreta un geometra romano incarcerato senza una spiegazione comprensibile e vittima di ingiustizie e soprusi che lo segnano nel corpo e nella mente.
Con lo sguardo ancora incollato al paesaggio ed ai suoi colori intensi, decidiamo di scendere verso il Santuario di Santa Maria delle Grazie e la sua cupola gialla, che si eleva al di sopra dei tetti delle case. Vista da qui, sembra che galleggi nel mare che lambisce l’altra parte dell’isola. All’interno della chiesa, con struttura barocca, una tela dedicata alla Madonna fu impreziosita con oro ed argento nel 1854 per volere della popolazione, grata per l’essere stata liberata dalla peste.
Per strada, alcuni cartelli descrivono monumenti e paesaggi attraverso citazioni tratte da “L’isola di Arturo”, un romanzo di formazione, neorealista, ambientato a Procida, scritto da Elsa Morante nel 1955, all’ombra dell’agrumeto nel giardino dell’allora Albergo Eldorado, purtroppo non più visitabile.
“Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino: mi accontenterei di essere uno scorfano, che è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua.”
Affacciati da un parapetto, la vediamo scintillare alla luce intensa del sole: iniziamo così la lunga discesa giù per le scalinate che portano a Marina di Corricella, un piccolo porticciolo seicentesco, dove le barche ormeggiate sembrano sonnecchiare placide e le case color pastello, addossate una accanto all’altra, l’una sull’altra, formano un muro compatto, percorso da scalette che si arrampicano fino a balconi e terrazze e creano strani archi ombrosi.
Sulla banchina, tra barche tirate in secco e reti da pesca accatastate in montagnole, due pescatori sono intenti a ripararne alcune con movimenti esperti delle dita callose; lavorano concentrati e non sembrano accorgersi del garrire dei gabbiani, né del chiassoso chiacchiericcio dei turisti o delle grida dei bambini che giocano a rincorrersi. Qui non arriva il fastidioso rumore di auto e motorini; il clima è soleggiato e piacevole anche d’inverno e l’orizzonte abbraccia senza ostacoli il mare aperto.
L’atmosfera piena di vita e di pace allo stesso tempo rende Corricella un luogo davvero speciale; forse è per questo che Massimo Troisi la scelse come location per alcune scene del film “Il Postino”. Una piastrella a muro segna il locale che fu la sua locanda, il luogo che Mario frequentava per conquistare l’amore della bella Beatrice, interpretata da una giovanissima e sensuale Maria Grazia Cucinotta.
Il locale oggi è un ristorante con tavoli all’aperto, l’ideale per fermarsi a gustare il pescato del giorno e dell’ottimo limoncello prima di ripartire ed andare ad esplorare gli altri indimenticabili scorci di Procida.
Isola e Comune Procida
Provincia Napoli
Regione Campania
Coordinate GPS 40°46′N 14°02′E
Come arrivare
Procida è un’isola, quindi è raggiungibile via mare, imbarcandosi da Napoli o da Pozzuoli.
Ottimi suggerimenti su come raggiungerla sono indicati dal sito: https://www.visitprocida.com/come-arrivare-a-procida/; è possibile trovare gli orari dei traghetti sul sito: https://www.traghetti-ischia.info/tratte/napoli-procidaCosa visitare nei dintorni
– Ischia (NA);
– Napoli (NA).
Per saperne di più
Per maggiori informazioni su Procida è possibile consultare il sito internet:
– https://www.visitprocida.com/“Su per le colline verso la campagna, la mia isola ha straducce solitarie chiuse fra i muri antichi, oltre i quali si stendono frutteti e vigneti che sembrano giardini imperiali. Ha varie spiagge dalla sabbia chiara e delicata, e altre rive più piccole, coperte di ciottoli e conchiglie, e nascoste tra le grandi scogliere.” Per le strade di Procida si svolgono gli avvenimenti narrati nel romanzo “L’Isola di Arturo”, che valse all’autrice Elsa Morante il Premio Strega nel 1957.
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“Il Postino”, “Il talento di Mr. Ripley” e “Detenuto in attesa di giudizio” sono alcuni tra i più bei film girati a Procida.
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Il 5 aprile 2003 a Procida è stato dedicato un francobollo della Serie filatelica Turismo, con il valore facciale di 0,41€.
Se cerchi i luoghi italiani celebrati nelle emissioni filateliche italiane, ne troverai molti nella sezione dedicata:
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