Grinzane Cavour (CN)

Castello di Grinzane Cavour

Nel meraviglioso panorama della Langhe cuneesi, Grinzane Cavour racconta come il vino Barolo contribuì alla formazione dell’Italia unita.

L’autunno nelle Langhe è un trionfo di colori.
Affacciata alla terrazza ai piedi del castello di Grinzane Cavour, osservo la sinfonia di rossi, gialli e verdi che i vigneti hanno disegnato sulle colline circostanti. Questo spettacolo è anche merito del conte Camillo Benso. Aveva ventidue anni quando venne a Grinzane per amministrare la tenuta di famiglia che si estendeva per circa duecento ettari coltivati prevalentemente a vite e a cereali ed occupava più di metà del territorio comunale. Era il 1832 ed il giovane Camillo assumeva anche la carica di sindaco di Grinzane.
Langhe in autunno a Grinzane CavourTeneva le sedute consiliari nel castello, nella “Sala delle Maschere”, che prende il nome dalle piccole immagini che adornano il soffitto in legno a cassettoni. Furono dipinte nel 1548 e rappresentano i ritratti e gli stemmi araldici dei committenti e sposi Pierino Belli e Giulia Damiani e delle loro famiglie. Sono raffigurati anche bambini intenti a suonare degli strumenti musicali ed animali che simboleggiano le virtù, come la fedeltà del cane o il coraggio del leone. Sono talmente belli da catturare ancora oggi lo sguardo dei visitatori.
Durante i periodi di permanenza a Grinzane, Cavour dimorava nel castello, nel quale ancora oggi c’è una sala a lui dedicata, allestita con gli arredi della sua camera da letto. Nel suo studio Camillo teneva la sua fitta corrispondenza ed emanava le direttive, molto spesso volte ad incrementare la qualità e la produttività delle tenute agricole.
Particolare del soffitto della Sala delle Maschere del castello di Grinzane CavourPer prima cosa sostituì l’intendente con uno più attento all’ordine ed alla pulizia. Poi, guidato dai consigli dell’amico generale Staglieno e da quanto appreso nei suoi viaggi all’estero, introdusse grandi innovazioni tecniche nella viticultura e nella vinificazione.
Stabilì che l’uva raccolta nelle cassette dovesse essere portata nella tinaia, un ambiente pulito, isolato e protetto dagli agenti atmosferici. Lì l’uva doveva essere pigiata e diraspata per ricavarne il mosto, che avrebbe riposato al buio, a temperatura fresca e costante.
Poi stabilì che dovesse essere operata la follatura: durante la fermentazione, i graspi e le bucce spinti in superficie dall’anidride carbonica si riunivano in una massa compatta che doveva essere rotta mescolando il mosto con un lungo bastone di legno e spingendo le vinacce verso il basso. In questo modo si favoriva l’ossigenazione del mosto, arricchito dal rilascio del colore e della parte zuccherina delle vinacce.
Il vino doveva essere travasato di frequente, per essere depurato dalle sostanze che si depositano sul fondo e che spesso sono causa di cattivo odore.
Infine doveva essere lasciato a riposare in botti di rovere, appositamente lavate e strofinate all’interno con un infuso ottenuto facendo bollire nell’acqua mazzi di foglie di noce, di pesco e di un’erba amara detta carèra insieme alle graspe dell’uva.
Dopo vari esperimenti, Cavour puntò sul nebbiolo, il vitigno più antico, già conosciuto in epoca romana e diffuso nei territori delle Langhe e del Roero. Fece importare il guano dal Perù per fertilizzare le viti ed introdusse l’uso dello zolfo per curarne le malattie.
La produzione del vino fu aumentata al punto da poterlo esportare e vendere, oltre a soddisfare il fabbisogno locale, giovando all’economia: assieme ai contadini, trovarono lavoro bottai e maniscalchi.
Foto ai margini della terrazza panoramica ai piedi del castello di Grinzane CavourLa bontà delle migliorie imposte da Cavour fu tale che anche la sua cara amica, la Venerabile Marchesa Giulia di Barolo, le adottò nelle tenute comprese tra Castiglione Falletti e Serralunga d’Alba, arrivando ad affidarsi allo stesso enologo del Conte. Stava nascendo il Barolo come lo conosciamo oggi, un vino strutturato, dal colore rosso rubino e dai profumi e sapori ben distinti.
La crescente fama del vino Barolo incuriosì perfino re Carlo Alberto, che ne chiese conto alla Marchesa. La Venerabile Giulia gliene inviò in dono trecentoventicinque botti, una per ogni giorno dell’anno, esclusi quelli di quaresima, durante i quali bisognava astenersi dal bere vino. Le cronache dell’epoca raccontarono la lunga fila di carri trainati da buoi bianchi che procedevano con passo cadenzato verso Palazzo Reale, “rovesciando in contrada una turba di Torinesi incantati”.
Il re già al primo sorso rimase talmente entusiasta che acquistò la tenuta di Verduno per potervi avviare la sua produzione personale ed il Barolo diventò il vino ufficiale di corte e si fece strada anche nelle altre corti europee.
Di lì a poco, nel 1851, Camillo Benso entrò a far parte del governo d’Azeglio come ministro dell’Agricoltura, Commercio e Marina per assumere in seguito anche l’incarico di ministro delle Finanze. Iniziava così la sua sfolgorante ascesa che lo avrebbe portato dalla presidenza del Consiglio dei ministri del Regno Sabaudo a quella del Regno d’Italia.

Città Grinzane Cavour (CN)

Provincia Cuneo

Regione Piemonte

Coordinate GPS 44°40′N 7°59′E

Come arrivare

Balma Boves è raggiungibile solo a piedi, lungo sentieri ben curati che partono da Rocchetta o Mombracco, entrambe frazioni di Sanfront. Per informazioni più dettagliate per raggiungere Balma Boves, è possibile consultare il sito internet: http://www.balmaboves.it/accesso/

Cosa visitare nei dintorni

– Barolo (CN)
– Serralunga d’Alba (CN)
– La Morra (CN)
– La Cappella delle Brunate, poco fuori La Morra (CN)

Per saperne di più

Il Castello di Grinzane Cavour, oltre ad essere un importante monumento storico ed artistico, ospita anche:
– Il Museo delle Langhe
– L’Enoteca Regionale Piemontese Cavour
– Il “In Vigna Open Air Museum”
Tutte le informazioni su fruibilità, orari e prezzi sono disponibili sul sito internet: https://www.castellogrinzane.com/.

Il Castello di Grinzane Cavour fa parte del sito “Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale della Convenzione per la Tutela del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’UNESCO. Se vuoi conoscere altri siti come questo, potrebbero interessarti gli articoli raccolti nella sezione:
– https://www.travel-experience.it/category/unesco/

Se sei un appassionato di castelli, rocche o fortezze e vorresti conoscerne altre di visitabili, potrebbero interessarti gli articoli raccolti nella sezione:
– https://www.travel-experience.it/category/idee/castelli/

Se cerchi i luoghi che ebbero un ruolo importante nella formazione di Camillo Benso, potrebbe interessarti anche Bard, dove il Conte fu agli ordini del generale Staglieno.

Se ti interessa la civiltà contadina, dedita alla viticultura, potrebbe interessarti anche l’articolo:
Pietragalla, i Palmenti e le Rutt (PZ).

Se ami degustare i vini nei luoghi dove sono prodotti, non perdere gli articoli:
Egna: crocevia di merci, uomini e storie (BZ)
– Soave di nome e di fatto (VR)

Il 24 marzo 2012 le vigne del barolo sono state scelte come soggetto di uno dei francobolli della Serie “Made in Italy: vini DOCG”, del valore facciale di 0,60 €.
 Se cerchi altre storie evocate dalle emissioni filateliche italiane, ne troverai molte altre nella sezione dedicata:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia/

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