Verucchio, la culla dei Malatesta (RN)

Panorama di Verucchio visto dalla Rocca del Sasso

Nel verde dei colli riminesi, a pochi chilometri dal mare, Verucchio vanta una storia millenaria, panorami mozzafiato, un’atmosfera rilassata e molte storie da raccontare.

Seduti al tavolino di un bar a gustare un cassone romagnolo, osserviamo Piazza Malatesta, ampia ed elegante. Vi si affacciano bei palazzi settecenteschi con i mattoni a vista, una statua dedicata a Dante Alighieri ed una scultura di bronzo che rappresenta una figura femminile assorta, dono dell’artista Angela Micheli alla comunità. Tra tutti, il palazzo del Comune attira lo sguardo con gli archi a tutto sesto dei portici ottocenteschi e quelli acuti delle finestre; al di sopra del tetto svetta la torre dell’orologio, sormontata da un campanile a vela con due piccole campane: era una torre di guardia dell’imponente Rocca del Sasso ed indica la nostra prossima destinazione.
Notiamo un vecchio cartello del Touring Club Italiano che pubblicizza Verucchio come soggiorno estivo e stazione idrominerale in onore all’area termale oggi conosciuta come “Parco Fonte di San Francesco”; saliamo la Scalinata della Pescheria e pieghiamo a sinistra, passando sotto la Porta di Sant’Andrea che tante volte fu chiusa a protezione dal passaggio degli eserciti nemici.
Verucchio, Porta Sant'AndreaSiamo così entrati all’interno del primo cerchio di mura e proseguiamo lasciandoci alle spalle la torre civica seicentesca; continuiamo a salire lungo una stradina pavimentata di sanpietrini fino a giungere al parcheggio panoramico ai piedi della Rocca del Sasso e proseguiamo oltre l’arco di accesso, dove un botteghino vende biglietti e souvenir.
Dal cortile erboso della rocca, Verucchio appare come una distesa di tetti che si stende lungo il verde pendio del colle e risale fino ad incontrare il dirimpettaio borgo del Passarello. Anch’esso era dominato da un castello, successivamente trasformato in un convento e poi abbandonato. Le due rocche erano collegate dalla cinta muraria malatestiana, eretta nel XIV secolo per proteggere entrambi i borghi in un unico abbraccio.
Cortile della Rocca del Sasso di VerucchioTra i tetti, spicca il campanile della Collegiata, costruita in stile neoclassico nella seconda metà del XIX secolo su un precedente convento dedicato a San Francesco.
Il Santo giunse a Verucchio nel 1213 e vi si fermò per riposare; si narra che, quando piantò il suo vecchio bastone da viaggio nel terreno, esso mise subito radici e si trasformò in un albero di cipresso, ancora vivo, che, nei secoli, sopravvisse miracolosamente ai tentativi di incendiarlo dei soldati napoleonici ed ai soldati tedeschi che ne bruciarono una parte per scaldarsi durante gli inverni della seconda guerra mondiale. Nonostante le ingiurie delle intemperie che ne fecero crollare una parte nel 1980, l’albero è alto venticinque metri, ha un bel tronco imponente ed è possibile vederlo nel chiostro del convento francescano di Villa Verucchio.
La Rocca del Sasso fu costruita a partire dal XII secolo ed è una delle fortezze malatestiane meglio conservate. Qui nacque Malatesta da Verucchio, detto il Centenario, conquistatore di Rimini nel 1295 e capostipite della dinastia Malatestiana. Uomo potente ed ambizioso, non si fece scrupoli a passare dal partito guelfo a quello ghibellino e combattere senza pietà gli ex alleati. Il suo primogenito Malatestino I non esitò a far imprigionare ed uccidere gli avversari politici; per questo Dante, nel Canto XXVII dell’inferno, li descrive a Guido di Montefeltro come “ il Mastin Vecchio e il Nuovo”, tiranni dalla ferocia animalesca.
Anche gli altri suoi due figli, Giovanni “Gianciotto” e Paolo, furono cantati da Dante nell’Inferno, nel Canto V, in quella storia di amore e morte che coinvolge anche Francesca da Polenta; secondo D’Annunzio la tragica vicenda si sarebbe svolta nella rocca di Gradara ma, in assenza di prove, c’è chi sostiene che invece si sia verificata proprio qui, in quella di Verucchio.
Scorrendo i rami del grande albero genealogico appeso alla parete della sala magna, troviamo un’altra foglia illustre, Sigismondo Pandolfo Malatesta, che Ezra Pound definì ”il miglior perdente della storia”. Audace condottiero, mecenate generoso e grande amatore, portò nel suo Stato un considerevole gruppo di artisti e letterati tra i più autorevoli della penisola ed ammodernò i sistemi difensivi delle sue fortezze in funzione delle nuove armi da fuoco. Questo non bastò a salvare Verucchio, che Federico da Montefeltro riuscì a prendere con l’inganno, segnandone così l’irreparabile declino.
Rocca del Sasso di VerucchioLa Rocca del Sasso è costruita in cima ad un impervio dirupo per controllare dall’alto la pianura circostante: nelle giornate più limpide, da una parte lo sguardo arriva a scorgere il mare di fronte a Rimini, dall’altra il profilo del Monte Titano con le tre rocche di San Marino; in basso, la linea sottile del fiume Marecchia è resa scintillante dalla luce del sole. L’importanza del controllo del corso d’acqua è sottolineata anche dalla presenza della rocca dei conti Guidi di Bagno, appena visibile in cima ad un colle.
Il Marecchia, fin dall’antichità, è stato una via di comunicazione fondamentale, sfruttata già nel X secolo avanti Cristo, durante la prima età del Ferro, da una popolazione che fu espressione di quella che oggi chiamiamo Civiltà Villanoviana e che prosperava grazie al commercio, essendo capace di spingersi fino al Mar Baltico per comperare l’ambra.
Importanti testimonianze della sua presenza si sono conservate grazie alle proprietà argillose del terreno ai piedi del monte su cui sorge la rocca, dove sono state scavate ben quattro necropoli. Tra le tombe principesche, oltre ad armi, vasellame e splendidi gioielli, sono stati ritrovati troni di legno, bardature ed i carri che avrebbero dovuto accompagnare il defunto nel viaggio nell’aldilà. I reperti sono custoditi nel Museo Civico Archeologico di Verucchio, un tempo monastero di Sant’Agostino.
Forse non è un caso se è proprio su un carro che farebbe la sua comparsa il fantasma di Malatestino. Secondo la leggenda, appare nelle fredde notti d’inverno, quando il vento scuote forte le chiome degli alberi e si insinua urlando tra le rocce. Guida in una folle corsa un barroccio trainato da buoi e carico di strumenti di tortura, andando a precipitare giù dalla rupe in un frastuono spaventoso; è condannato a farlo per l’eternità, per scontare i suoi terribili peccati.

Città Verucchio

Provincia Rimini

Regione Emilia-Romagna

Coordinate GPS 43°59′00″N 12°25′17.4″E

Come arrivare

Informazioni dettagliate su come raggiungere Verucchio e molto altro ancora, sono riportate nel sito: https://www.riminiturismo.it/visitatori/scopri-il-territorio/itinerari-e-visite/escursioni/verucchio.

Cosa visitare nei dintorni

– Rimini (RN)
– San Marino
San Leo (RN)
– Santarcangelo di Romagna (RN)
– Montebello di Torriana ed il castello di Azzurrina (RN)
Mutonia (RN)

Per saperne di più

È possibile trovare molte informazioni utili Verucchio sul sito internet: http://www.prolocoverucchio.it/.

Verucchio è iscritto al club “I Borghi più belli d’Italia”; se cerchi ispirazione e vuoi scoprirne altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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Verucchio è uno dei borghi Bandiera arancione del TCI; se ne vuoi scoprire altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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La Rocca del Sasso, detta anche Rocca Malatestiana è visitabile. Se ti appassionano i castelli italiani visitabili, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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A Verucchio sono state girate alcune scene del film del 2019 “Solo cose belle”, primo lungometraggio del regista Kristian Gianfreda. Se ti diverte riconoscere le location italiane che potresti aver visto sul grande e piccolo schermo, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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