Curato dal FAI, il Bosco di San Francesco si estende al di là delle mura medievali di Assisi. È un luogo sorprendente, nel quale arte e natura si fondono in un percorso storico, paesaggistico e spirituale.
Piazza San Francesco d’Assisi è una delle più belle e famose al mondo: la semplice facciata bianca e luminosa della Basilica Superiore è inconfondibile e trae maggior bellezza dall’azzurro del cielo e dal verde del prato perfettamente curato ai suoi piedi, dove una siepe disegna la scritta ‘PAX’.
Il lato destro della piazza è chiuso da un muraglione trecentesco molto esteso, eretto a protezione della città ed ancora ben conservato. Un cartello indica l’ingresso al “Bosco di San Francesco”, a cura del Fondo Ambiente Italiano. Basta varcare quella soglia per entrare nell’altra Assisi, quella che l’11 Novembre 2011 il FAI ha riaperto “per sempre e per tutti”, dopo un importante lavoro di restauro paesaggistico. Quando lo ricevette in dono, nel 2008, il bosco era trascurato, una specie di discarica, con rifiuti sparpagliati ovunque. Ne sono stati smaltiti oltre trenta tonnellate; c’erano trecentosessantadue pneumatici, alcuni dei quali risalenti agli anni cinquanta. Oltre alla pulizia, il FAI ha provveduto a rimboscare e curare le piante presenti; ha messo in produzione parte degli ulivi, dai quali oggi ricava un buon olio saporito. Ha restaurato le pertinenze del complesso benedettino che sorse qui nel tredicesimo secolo, ha tracciato nuovi sentieri, piantato centinaia di metri di staccionate ed organizza frequentemente eventi aperti a tutti.
Eccoci qui, con scarpe comode e la fotocamera al collo, pronti ad esplorare, scoprire, apprezzare, tuffarci nelle leggende e storie da raccontare.La Basilica Superiore è sempre visibile, in alto, ma noi ci allontaniamo scendendo i lunghi gradini di terra e legno, attraversiamo la parte del muraglione che scende lungo il fianco del colle; ne ammiriamo la pendenza e proseguiamo lungo il sentiero battuto, addentrandoci sempre più nel bosco ombroso. Ci sono fiori, essenze e qualche panchina di legno che invita a fermarsi. Una sosta per riposare o anche solo per restare ad ascoltare i richiami degli uccelli, il ronzio degli insetti, un mondo di suoni e di atmosfere sconosciute alle persone di città; un mondo che distende l’animo in un profondo e piacevole senso di pace e predispone alla meditazione. Poco più avanti udiamo il gorgogliare del torrente Tescio con i suoi salti e cascatelle; qui “sor‘Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta”, assume una bella tonalità verde, riflettendo il colore del bosco ed i giochi di luce dei raggi di sole che filtrano dal fogliame.
Ecco il ponte dei Galli che, secondo la leggenda, fu attraversato da Carlo Magno e dal suo esercito durante il viaggio da Aquisgrana a Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero dal Papa la notte di Natale dell’anno 800. Il ponte e la chiesetta romanica di Santa Croce, ora centro visitatori del FAI, creano un bel quadretto bucolico; il giardino antistante, colorato di fiori, è stato realizzato sui ruderi di un antico hospitale: qui i pellegrini potevano trovare cibo con cui sfamarsi, un giaciglio su cui riposare e cure mediche, offerti dalle suore benedettine.
In breve il torrente diventa un compagno di viaggio, con i suoi muri d’acqua fresca e limpida; lo guadiamo su un ponte di sassi e, oltre una macchia di fiori gialli, ci ritroviamo in una radura popolata da ulivi e contenuta da pareti verdi e scoscese. In alto, irraggiungibile, veglia su di noi l’antica rocca.
Uno sguardo più attento rivela che gli ulivi sono disposti in duplice filare, attorno ad un percorso che potrebbe procedere all’infinito. Solo salendo in cima alla torre di guardia ne cogliamo parte del disegno ma, per avere una veduta completa del “Terzo Paradiso”, è necessario elevarsi di più. Stiamo ammirando un’opera concettuale di Land Art dell’artista Michelangelo Pistoletto che rappresenta il connubio tra la natura e l’ingegno umano, due entità che, fondendosi in armonia, possono dar vita alla perfezione. Esalta la completezza che solo l’unione tra l’umano ed il divino può raggiungere; è un inno d’amore per la creazione, la sintesi del pensiero francescano.Uomo umile e caritatevole, San Francesco amava camminare in solitudine tra questi boschi oltre le mura di Assisi. Riscaldato dal calore del sole, confortato dai fruscii del vento e dal gorgogliare del torrente, allietato dai richiami degli animali, qui trovava l’equilibrio e la pace interiore necessari alla meditazione ed al raccoglimento in preghiera ed ascoltava le storie che la voce della natura sa raccontare.
Città Assisi
Provincia Perugia
Regione Umbria
Coordinate GPS 43°04′57″N 12°36′55.08″E
Come arrivare
In auto: da Nord. Autostrada A 14 Adriatica, fino all’uscita di Cesena, poi proseguire per Perugia sulla E 45 e prendere lo svincolo per Assisi fino all’uscita Assisi S. Maria degli Angeli nord.
da Sud. Autostrada A 14 Adriatica, fino all’uscita di Civitanova Marche, poi proseguire per Foligno – Perugia fino all’uscita Assisi S. Maria degli Angeli nord.In treno: Stazione ferroviaria di Assisi – S. Maria degli Angeli.
Cosa visitare nei dintorni
– Assisi
– Perugia
– Spello
Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative al Bosco di San Francesco d’Assisi sul sito internet: https://www.fondoambiente.it/luoghi/bosco-di-san-francesco.
L’Abbazia di San Fruttuoso è uno dei beni del FAI; trattano lo stesso argomento anche i seguenti articoli:
– L’Abbazia di Sesto al Reghena (PN) – segnalato come luogo del cuore.
– Villa del Balbianello (CO) – bene aperto al pubblico.
– Le monache del monastero di Torba (VA) – bene aperto al pubblico.
– L’enigma del Castello di Avio (TN) – bene aperto al pubblico.
– San Fruttuoso di Capodimonte (GE) – bene aperto al pubblico.
– Parco Villa Gregoriana a Tivoli (ROMA) – bene aperto al pubblico.
– L’Abbazia di Santa Maria di Cerrate (LE) – bene aperto al pubblico.
– I riflessi di Torre Mattoni (TA) – segnalato come luogo del cuore
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