A pochi chilometri da Bergamo, Urgnano ed il suo castello stanno tornando a nuova vita grazie alle numerose iniziative organizzate da quel vulcano di idee che è l’Associazione PROMO URGNANO.
Il centro di Urgnano è Piazza della Libertà, con la Chiesa Parrocchiale affiancata da uno dei campanili più belli d’Italia, a pianta circolare e la sommità sorretta da eleganti cariatidi.
Da qui, come raggi, le strade portano al cerchio irregolare che segue il tracciato delle antiche mura che cingevano la città, ormai scomparse.
Una via punta dritta al Castello Albani, una rocca viscontea di mattoni rossi, alte torri quadrangolari, camminamenti di ronda ed un fossato che la circonda. Fino all’inizio del secolo scorso era riempito da uno specchio d’acqua che faceva sembrare la costruzione che vi si rifletteva ancora più imponente; lo si poteva attraversare solo quando venivano abbassati i ponti levatoi, ormai sostituiti da quelli in muratura. Oggi è un bel prato verde che in primavera si colora di fiori.
A fermare l’avanzata delle truppe nemiche, c’erano anche solide saracinesche pronte ad abbassarsi ed ampie caditoie dalle quali lanciare frecce, grosse pietre e liquidi o liquami bollenti. C’erano trabocchetti, sotterranei e passaggi segreti e la rocca era presidiata da una guarnigione di soldati ben armati.
Tutto ciò non bastò a renderla inespugnabile e nel corso del Medioevo passò più volte di mano. Celebre fu l’assedio guidato dal condottiero mercenario Facino Cane, iniziato il 14 ottobre 1405, che si concluse in tre giorni, a colpi di bombarda.
Urgnano si trova in piena pianura, pochi chilometri a sud di Bergamo; occupava una posizione strategica perché è quasi alle porte della città e controllava il passaggio lungo le antiche vie romane Cremasca e Francesca percorse da viandanti, pellegrini, commercianti ed eserciti; inoltre era fatalmente vicina al Fosso Bergamasco, il confine naturale tra i territori del Ducato di Milano e quelli della Repubblica Veneta. Per questo fu spesso teatro di sanguinosi scontri e rovinose razzie, almeno fino al 1445, quando la Serenissima la diede in feudo a Bartolomeo Colleoni, grande condottiero e signore del Castello di Malpaga. Il suo stemma campeggia su uno dei quattro spicchi nei quali è divisa l’ampia volta a crociera del soffitto dell’androne della rocca, insieme a quelli dei successivi proprietari: Abbondio Longhi e sua moglie Maddalena Cucchi di Martinengo. Lo stemma della famiglia Albani, invece, domina lo scalone d’accesso ai piani superiori.
Una lunga galleria, chiamata “Passaggio degli Affreschi” punta dritta all’altro ingresso al castello, passando davanti all’antica ghiacciaia, ad una botola che conduce alle segrete ed alla sala d’armi, tristemente depredata dalle truppe napoleoniche e trasformata in una palestra nel periodo in cui la rocca era impiegata dal Comune di Urgnano come scuola di avviamento professionale.
Un elegante scalone quattrocentesco conduce ai piani nobili e a quelli superiori, al giardino pensile ed alle storie intriganti che vi ebbero luogo.
Gli Albani erano una delle famiglie più influenti di Bergamo e nel 1538 comprarono la rocca e tutti i terreni e gli edifici che la circondavano, compresi la casa del massaro, le stalle, i fienili, i campi di grano, le vigne ed i prati del territorio di Urgnano per 10.000 scudi d’oro.
Il conte Gian Gerolamo Albani era un uomo colto e di “forte e scaltra virtù“; Torquato Tasso lo definì “Signor di temperato animo e giusto e vago d’ogni bella e nobil arte”. Sua figlia, la contessa Lucia, era una donna bellissima ed una stimata poetessa , al punto che fece parte della bresciana “Accademia degli Occulti” e scrisse delle Rime che furono pubblicate a Venezia nel 1553. Torquato Tasso, che ebbe modo di conoscerla quando fu ospite nel castello di Urgnano, le dedicò un sonetto, esposto in bella mostra in una delle sale del secondo piano, allestita per celebrare l’evento.
Nella torre nord c’è la Sala Pio V, dove, secondo la tradizione, trovò rifugio fra Michele Ghislieri nel 1550. Il futuro Papa, che sarebbe stato ricordato per la Controriforma e la vittoria nella battaglia di Lepanto, all’epoca era un frate domenicano ed incorruttibile padre inquisitore, mandato nella diocesi bergamasca per combattere l’eresia. La sua intransigenza lo portò ad accusare alcuni nobili bergamaschi, finanche il vescovo Vittore Soranzo. La notizia dell’inchiesta esacerbò gli animi, accendendo una sommossa armata contro il convento domenicano di Santo Stefano, dove risiedeva il Ghislieri ed erano detenuti gli imputati. Era la notte del 5 dicembre 1550: il frate riuscì a scappare e mettersi in salvo nel castello di Urgnano. Il conte Gian Gerolamo gli diede ospitalità e l’aiutò a fuggire attraverso un passaggio segreto della rocca per riprendere il viaggio alla volta di Roma. Ne fu ricompensato anni dopo quando, vedovo e ordinato sacerdote, fu creato cardinale proprio da PIO V.
Continuiamo la visita tra le sale affrescate; pendiamo dalle labbra della nostra guida che alle storie dei numerosi personaggi del castello aggiunge i suoi ricordi di alunno tra queste mura. Ecco la temuta stanza del preside affrescata con grottesche a tema mitologico. Tra le divinità greco-romane c’è Saturno, il Dio del tempo, caratterizzato da una falce e da una clessidra con le ali. In una sala dove ancora si intravedono le tracce lasciate dalla lavagna, c’è chi afferma di aver udito strani bisbigli, voci ultraterrene che nominavano la piccola Elisabetta Albani, morta in tenera età perché morsa da una vipera mentre giocava nel verde rigoglioso che circondava il castello fino a tutto il XIX secolo.
Altre storie ci accompagnano mentre visitiamo il giardino pensile e percorriamo il cammino di ronda. Qua e là troviamo indizi sui temi delle prossime manifestazioni che l’ASSOCIAZIONE PROMO URGNANO organizza per dare nuova vita al castello.
Tra le iniziative in programma, la FESTA in ROCCA vedrà quest’anno, dal 7 al 17 luglio, la sua quarantesima edizione.
Per essere partecipi di altre storie, magari inscenate da figuranti in costume, non ci resta che tornare.
Ringrazio l’associazione culturale Lombardia Segreta per aver organizzato la visita.
Città Urgnano
Provincia Bergamo
Regione Lombardia
Coordinate GPS 45°35′50″N 9°41′42″E
Come arrivare
In auto: da Bergamo. Percorrere la Via Cremasca in direzione sud per 15 km. Ci sono comodi parcheggi in Via Papa Giovanni XXIII. Da lì a Piazza della Libertà e al Castello Albani sono pochi minuti a piedi.
Cosa visitare nei dintorni
– Bergamo
– Castello di Cavernago (BG)
– Castello di Malpaga (BG)
– Martinengo (BG)
– Calcio (BG)
– Covo (BG)
– Crespi d’Adda (BG)
– Trezzo sull’Adda (BG)Per saperne di più
Per conoscere Urgnano ed il suo castello, è possibile visitare il sito http://www.urgnanoturistica.it/.
Per conoscere le iniziative organizzate dall’Associazione PROMO URGNANO è possibile visitare il sito: https://www.apu3000.it/Come il castello di Padernello, e quello di Malpaga, anche questo castello è legato al grande condottiero Bartolomeo Colleoni.
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Si narra che uno stalliere sparì nei cunicoli sotterranei del castello Albani e che la notte tra il 31 ottobre ed il 1 novembre il suo fantasma faccia ritorno in cerca di biada per il suo cavallo. Non si sa chi fosse, né se si sia perduto o se stesse fuggendo dal padre o dal marito della sua amata. Possiamo solo dire che fuggì a piedi perché i tunnel scavati sotto il castello non sono abbastanza grandi da consentirgli di passare a cavallo.
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Costantino Rosa è uno dei pittori romantici lombardi. Bergamasco di nascita, operò nel corso del del XIX secolo. Le sue opere riguardano principalmente paesaggi naturalistici.
Questa è “La rocca di Urgnano”, dipinta nel 1834.
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