La scalata a San Leo (RN)

Nell’entroterra riminese, San Leo, un tempo confine e capitale del Montefeltro, è un antichissimo borgo dall’aspetto medievale. La sua posizione strategica l’ha reso una preda ambita e la sua storia gli ha lasciato l’eredità di città d’arte. Offre panorami incantevoli e scorci suggestivi e visitarlo è un’esperienza da non perdere.

È arroccata su un ampio sperone di roccia di forma tronco-piramidale, dalle aspre pareti calcaree, alte, ripide e scoscese. Sembra irraggiungibile. Dante Alighieri, nel IV canto del Purgatorio, descrisse la salita che porta a San Leo, talmente faticosa ed impervia da richiedere un paio d’ali: “Vassi in San Leo […] ma qui convien ch’om voli”.
Anche quella notte, nel 1516, la verde piana circostante era invasa dalle truppe di Lorenzino de’ Medici, nipote di Lorenzo il Magnifico: era un mare di elmi, lance e stendardi, come quello dipinto dal Vasari per descrivere quella celebre battaglia qui combattuta. Da tre mesi oltre duemila fanti tenevano sotto assedio San Leo, lo strategico borgo di Montefeltro, ma questo era asserragliato entro le proprie mura, arroccato nella sua posizione imprendibile e ben fornito di provviste. Racconta il Guicciardini che “il sito suo fortissimo niuna speranza vi era di ottenerlo se non per l’ultima necessità della fame” ma non c’era modo di sapere per quanto ancora l’assedio avrebbe dovuto proseguire, finché non fu avanzata una proposta folle ma non impossibile: la scalata del monte. foto Rocca scarpata alla base della Rocca di San LeoC’era un precedente illustre: l’ardita scalata di Federico di Montefeltro, fatta sulla roccia viva meno di un secolo prima. Con questa impresa aveva riconquistato l’intera San Leo, sottraendola ai Malatesta, e vi si era insediato. Tra il 1472 ed 1473 aveva fatto ammodernare la rocca per adattarla alle nuove esigenze belliche, affidando il progetto all’architetto ed ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini, che aveva ridisegnato la fortezza, adattandola perfettamente alla conformazione dello sperone roccioso su cui si ergeva, l’aveva dotata di postazioni mobili di artiglieria e ne aveva difeso l’entrata con un profondo fossato attraversato da un ponte levatoio, un possente torrione circolare ed un’ingegnosa modalità di accesso attraverso una coppia di porte chiuse da saracinesche. Per tentare la scalata era necessario trovare un punto che fosse al riparo dai colpi di artiglieria nemici e dallo sguardo delle sentinelle. Per questo motivo, una notte, un “maestro di legname” salì “per una lunghissima scala sopra uno dirupato che era riputato il più difficile di quel monte, e fatta portare via la scala, dimorato in quel luogo tutta la notte, cominciò, subito che apparì il dì, a salire con certi ferramenti, tanto che si condusse insino alla sommità del monte”. Aveva realizzato una via ferrata rudimentale. Dopo aver attrezzato la salita, attese la notte per scendere al campo e fare rapporto e, qualche giorno dopo, sfruttando ancora la protezione del buio, risalì, seguito da “cento cinquanta fanti de’ più eletti”. Procedevano il più silenziosamente possibile, in fila. Era ormai giorno quando una trentina di loro riuscì ad arrivare alla sommità del monte, portando anche un tamburino e sei insegne; se ne stavano acquattati aspettando i compagni ma furono scoperti da una sentinella che diede l’allarme. A quel punto, i fanti rimasti a terra attaccarono simultaneamente il monte da più parti con lunghe scale, anche a costo di gravi perdite, pur di dare ai compagni la possibilità di proseguire con la loro impresa, e questi riuscirono ad entrare a San Leo ed aprire la porta della città. I difensori si rinchiusero dentro la fortezza e gli attaccanti sfilarono lungo le strette strade lastricate dell’antico ed elegante borgo che, nel X secolo, sotto la dominazione longobarda di Berengario II, aveva assunto il titolo di “Capitale d’Italia” e successivamente era stata la capitale del Montefeltro. Ancora non esisteva la piccola chiesa votiva, dedicata alla Madonna di Loreto, che sarebbe stata edificata nel 1640 per rendere grazie per aver scampato una terribile frana; né c’era il Palazzo Mediceo che di lì a poco avrebbe ospitato il governatore di San Leo e di tutto il Montefeltro. Non c’era neppure il Palazzo della Rovere, oggi sede del Municipio. Passarono davanti alla bella Pieve, che è la più antica di tutto il Montefeltro, e, secondo la tradizione, sorse su una precedente chiesa costruita da San Leo in persona. foto Pieve di San LeoAccanto alla curva dell’abside videro un albero alto ed imponente, l’ “olmo della Comunità”, piantato da San Francesco nel centro dell’antico abitato: dal 1893 al suo posto c’è un’elegante fontana in pietra. Videro il Duomo-Cattedrale che ancora oggi custodisce la lastra di pietra che copriva il sarcofago nel quale riposavano le spoglie del Santo Patrono e sicuramente notarono l’imponente torre-campanile, lì di fronte, che si solleva imponente dalla roccia su cui è fondata. Dallo spiazzo dove ora c’è il monumento ai caduti, godettero di uno dei bellissimi panorami che rimasero impressi nella mente di artisti come Piero della Francesca e Leonardo da Vinci e ne ispirarono gli sfondi di molti dipinti rinascimentali. Salirono alla fortezza, pur sapendo che era inespugnabile, pronti a dar battaglia o riprendere l’assedio. “Quegli che erano nella rocca, benché la fusse bene proveduta di ogni cosa, si arrenderono il secondo dì” e San Leo passò sotto il dominio dei De’ Medici.

Città San Leo

Provincia Rimini

Regione Emilia-Romagna

Coordinate GPS 43°53′46.88″N 12°20′35.99″E

Come arrivare

In auto: Da Rimini. Mantenendosi a sud del fiume Marecchia, seguendo la Strada Provinciale Marecchiese SP 258 fino a Villanova; immettersi sulla SP 22 e proseguire fino a destinazione.

In treno: Stazione ferroviaria di Rimini; da lì proseguire in autobus.

In autobus: San Leo è collegata a Rimini dalla linea 160 Rimini-Villa Verucchio-Novafeltria, fermata di Pietracuta; da Pietracuta è possibile prendere una coincidenza per San Leo. Per maggiori informazioni è possibile consultare i siti https://www.startromagna.it/servizi/orari-e-percorsi/ e https://www.valmabus.com/servizi/

Cosa visitare nei dintorni

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Per saperne di più

È possibile trovare molte informazioni utili su San Leo sul sito internet: http://www.san-leo.it/.

San Leo è uno dei borghi Bandiera arancione del TCI; se ne vuoi scoprire altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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San Leo è iscritto al club “I Borghi più belli d’Italia”; se cerchi ispirazione e vuoi scoprirne altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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Il 16 novembre 2013 San Leo è apparsa insieme a Scanno (AQ) e Tropea(VV)  tra i soggetti della Serie filatelica Turismo, con il valore facciale di 0,70€.
Francobollo di San Leo Se cerchi i luoghi italiani immortalati nel celebre ciclo filatelico emesso a partire dal 1974, ne troverai molti nella sezione dedicata:
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