Come il Sancarlone ispirò Miss Liberty (NO)

Poco lontano dal centro storico di Arona, in Piemonte, proprio sul Lago Maggiore, il Colosso di San Carlo Borromeo è una statua altissima, barocca, grandioso omaggio alla memoria del Santo e mirabile esempio delle capacità ingegneristiche italiane al punto che due secoli dopo la sua realizzazione ispirò la soluzione costruttiva della futura Statua della Libertà.

Si erge in piedi su un piedistallo, veste una toga e con la mano sinistra tiene il grande libro della legge con incisa la data del 4 luglio 1776, giorno dell’Indipendenza americana. Con la destra solleva una fiaccola ben in alto, ha un volto femminile dai lineamenti severi e dalla testa si irradiano sette raggi: rappresenta la “Libertà che illumina il mondo”, è Miss Liberty, uno dei simboli universalmente più famosi.
È posizionata nel porto, a Bodloe’s Island, proprio nel mezzo della baia, e da sempre è la prima cosa che vede un viaggiatore diretto a New York che vi giunga dal mare; la torcia che tiene accesa e ben in vista doveva avere non solo una valenza simbolica ma essere un punto di riferimenti per i naviganti, ed infatti all’inizio del secolo scorso ha fatto da faro.
La statua della Libertà è nata per essere un colosso, visibile anche da molto lontano; già nei disegni del suo scultore, il francese Frédéric-Auguste Bartholdi, è evidente che la sua cifra non sarebbe stata la raffinatezza ma l’immediatezza.
Con i suoi quarantasei metri d’altezza, che raddoppiano se contiamo anche il piedistallo, la sua realizzazione rappresentava una bella sfida per la fine del XIX secolo: se fosse stata una statua di bronzo, quanto avrebbe dovuto pesare? Quanto sarebbe costato il materiale per realizzarla? Il peso avrebbe sicuramente inciso sulle dimensioni del piedistallo e su quelle di fondazione. Come ancorare una struttura così alta e compatta, rendendola resistente alle sollecitazioni del vento e delle variazioni termiche che si registrano negli inverni rigidi e nelle torridi estate newyorkesi?
La soluzione fu suggerita dal colosso che da quasi due secoli deteneva il primato di statua più alta del mondo: il Sancarlone di Arona. Era stato realizzato sul disegno del pittore, scultore ed architetto italiano Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, artista brillante e molto apprezzato dalla potente famiglia dei Borromeo e dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. A lui fu commissionata la realizzazione di una grande statua in ricordo di San Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano e figura chiave al Concilio di Trento, distintosi per il supporto materiale e spirituale dato alla gente comune durante calamità come la terribile carestia del 1569-70 e la pestilenza del 1576-77, alla quale scampò pur restandone gravemente indebolito. Fece costruire chiese e seminari e perfino una struttura residenziale a Pavia per accogliere aspiranti studenti che non avessero i mezzi finanziari sufficienti per permettersi un alloggio in città ma ne fossero meritevoli. Si mise al servizio dei poveri, dei malati e degli anziani ed alla sua morte nominò erede universale l’Ospedale Maggiore di Milano.foto Sancarlone visto dalla baseLa statua a lui dedicata lo raffigura così come lo ricordava la gente: in semplice abito talare, con il breviario nella mano sinistra e la destra impegnata nell’atto di una benedizione; doveva essere maestosa così come grande era stata la sua figura. Fu quindi realizzato un colosso alto trentacinque metri, piedistallo compreso, visibile anche da lontano, dal lago Maggiore e dal basso Verbano.È una statua cava, rivestita di lastre di rame sottili pochi millimetri e battute a martello con precisione, legate insieme da chiodi e tiranti. Lo scheletro è in blocchi di pietra di Angera, mattoni e ferro e all’interno è stato ricavato uno spazio angusto per una stretta e ripida scala a pioli, in ferro, che permette ai visitatori di salire fino alle spalle ed alla testa del Santo. Da qui è possibile notare i particolari della punteggiatura della barba e le scanalature che ne disegnano i capelli e guardare il paesaggio attraverso i suoi occhi: le pupille, le narici, le orecchie sono fori ben sagomati che permettono allo spettatore di osservare lo splendido panorama che va dalla Rocca di Angera al Santuario di Santa Caterina al Sasso e prosegue ancora lungo la riviera lombarda e piemontese. foto panorama visto dal SancarloneGli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi, esecutori materiali delle parti in rame da assemblare, modificarono il disegno del Cerano, aumentando le proporzioni della statua. L’opera fu conclusa nel 1698, dopo quasi ottant’anni: guerre e pestilenze avevano fortemente rallentato i lavori, ma la volontà di portare a termine quest’opera grandiosa fu più grande delle difficoltà incontrate.
Ormai il Sancarlone non è più la statua più alta del mondo: già all’epoca, Bartholdi venne qui ad Arona a studiarla e le soffiò il primato realizzando Miss Liberty, alta quasi il triplo, sorretta da uno scheletro studiato dal geniale ingegnere Eiffel. Dopo di questa, con le moderne conoscenze e possibilità tecnologiche, ne sono state realizzate alcune alte quasi cinque volte tanto.
Ancora oggi il Colosso di Arona si innalza al di sopra degli alberi secolari che lo circondano in un parco verde ed accogliente. Benevolo simbolo di carità cristiana e mirabile opera ingegneristica, recentemente restaurato e tutt’ora visitabile, il Sancarlone oggi più che mai è al centro di belle manifestazioni culturali volte sia alla divulgazione della vita e le opere del Santo, amato e mai dimenticato dagli Aronesi, sia alla qualificazione e la promozione turistica del territorio di Arona e del meraviglioso Lago Maggiore.

Città Arona

Provincia Novara

Regione Piemonte

Coordinate GPS 45°46′13″N 8°32′36″E

Come arrivare

In auto: da Torino. Si segue l’Autostrada A26 fino all’uscita Arona. Da qui seguire le indicazioni per il centro e per la Statua di San Carlo. Il piazzale di fronte alla Statua è dotato di parcheggi a pagamento e poco oltre è presente un’ampia area sosta gratuita.

In treno: Stazione Ferroviaria di Arona.

Per saperne di più

È possibile trovare tutte le informazioni relative al Colosso di San Carlo di Arona sul sito: https://www.statuasancarlo.it/

In una lettera mandata alla sorella Paolina e raccolta nell’antologia “Milano. Architettura e Musica”, Stendhal racconta: “Una superba statua del buon San Carlo colpisce i nostri sguardi: ha sessantanove piedi d’altezza e il suo piedestallo ne ha venti; con un gesto maestoso della mano accenna al porto, con l’altra regge un lembo della cotta; è attraverso questo lembo che si entra nell’interno della statua. Un uomo sta dritto nel suo naso. Tranquilla essa sorge in mezzo al lago. Niente l’aveva turbata da molto tempo, quando ultimamente durante l’assedio di Arona una palla la colpì al petto, per fortuna senza danneggiarla“.
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La storia di come il Sancarlone fu preso a modello per la realizzazione della Statua della Libertà è raccontata in “Una dama di nome Libertà”, uno dei capitoli del romanzo “I Segreti di New York” di Corrado Augias; se vuoi riscoprire le ambientazioni dei romanzi e saggi che potresti aver letto, non perderti gli articoli raccolti in questa sezione:
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