Dal mare di Vieste (FG)

Vieste

Situata nel nord della Puglia, sulla punta più orientale del Gargano, Vieste è una città antica che ha pescato dal mare vita, storie e leggende.

Il mare di Vieste è sempre increspato dai venti, come se celasse qualcosa di arcano e misterioso. Abbraccia un promontorio di pietra calcarea bianchissima che vi si getta a strapiombo e si allunga verso est, quasi volesse ricevere il primo bacio dell’alba.
Secondo una leggenda, Noè, sopravvissuto al diluvio universale con la sua famiglia e lasciata l’Arca sul monte Ararat, si mise in viaggio. Raggiunto il Gargano, fu conquistato da tanta selvaggia bellezza, al punto di decidere che vi avrebbe trascorso il resto della vita. Quando l’adorata moglie morì, la seppellì sull’Isola di Sant’Eufemia, dove oggi sorge il faro, e fondò una città in suo onore.
Nacque così Vieste, una delle più antiche città della Daunia, piccola colonia greca nella quale era praticato il culto di Estia, dea del focolare domestico, conosciuta dai Romani come Vesta.
Oggi Vieste è un borgo bianco, quasi scintillante alla luce intensa del sud.
ViesteBianche sono le stradine tortuose del centro medievale e le scalinate che salgono verso i punti panoramici dai quali si può ammirare la Punta di San Francesco. Proprio lì in fondo, un campanile barocco sovrasta la facciata color pastello della Cattedrale di Santa Maria Assunta, un bell’esempio di romanico pugliese; alle sue spalle si scorge la struttura scura ed imponente del castello svevo. Entrambi furono costruiti intorno all’XI secolo, quando l’avanzata Normanna scalzò i domini Bizantini e Longobardi e Roberto Drengot diventò il duca di Vieste.
Solo due secoli dopo furono distrutti da una flotta veneziana capitanata da messer Giovanni Tiepolo: rispondendo alla chiamata di papa Gregorio IX, che aveva indetto una crociata contro lo scomunicato imperatore Federico II, la Serenissima mosse contro i territori governati dagli Svevi lungo l’Adriatico. Era ottobre del 1239 quando ventiquattro galee, dopo aver distrutto Rodi Garganico, presero Vieste “a forza viva” e la misero a ferro e fuoco, “né la difesa di quelli di dentro valse a nulla”.
Già l’anno successivo, la città era tutta un cantiere: lo stesso Federico II volle che Vieste fosse ricostruita più bella di prima e, comprendendo l’importanza della sua posizione, fece ricostruire il castello e si impegnò a fortificare tutta l’area costiera.
fortificazione costiera ViesteAveva visto giusto, poiché nei secoli successivi Vieste dovette difendersi più volte dalle razzie dei pirati saraceni.
Il 29 agosto 1480, la flotta turca comandata da Acmet Pascià, tristemente famoso per il sacco d’Otranto, iniziò a cannoneggiare la città dal mare. L’attacco proseguì per diversi giorni, finché, “come iene assetate di sangue“, i Turchi scesero dalle navi, abbatterono le porte e si avventarono sulla popolazione.
L’orrore più grande fu nel luglio del 1554, quando una flotta turca di settanta galee, spinta da una tempesta, gettò l’ancora tra lo scoglio di S. Eugenia e la punta del Corno. Al comando c’era l’ammiraglio Dragut, il feroce pirata Barbarossa. Con una pioggia incessante e spaventosa di colpi di cannone contro Vieste ed il suo castello, iniziò un lungo assedio, che terminò con il tradimento del canonico Nerbis, che aprì le porte della città al nemico. Come un fiume mortifero, i soldati turchi abbatterono le mura, razziarono le case, brutalizzarono la popolazione e fecero ben settemila prigionieri. Tutti coloro che furono ritenuti inservibili come schiavi furono fatti inginocchiare presso una grossa roccia e furono decapitati. La pietra detta “Chianca amara” fu irrorata con il sangue di cinquemila vittime tra vecchi, donne, bambini e invalidi; la grossa roccia esiste ancora: si trova nei pressi di una scalinata ed una targa ne ricorda la storia brutale. Ancora oggi si dice che toccarla porti sfortuna.
Chianca Amara di ViesteTuttavia, non solo pericoli giungevano dal mare, come testimonia il trabucco di Punta San Francesco, che vediamo quando scendiamo tra le calette, in cerca di nuovi scorci su Vieste. È un’antica macchina da pesca, composta da lunghi bracci di legno che sostengono una rete. Lungo la costa del Gargano ce ne sono più d’una decina, alcuni dei quali trasformati in ristoranti. Questo sembra fragile; ha una sua malinconica bellezza, un senso di solitudine nel silenzio rotto solo dallo sciabordio delle onde del mare e dai richiami dei gabbiani.
Trabucco di ViesteSecondo una leggenda, tra quei flutti vivono le sirene, creature mitologiche ed abili ammaliatrici. Un giorno, si invaghirono di Pizzomunno, un pescatore alto e muscoloso, che resisteva ai loro canti di seduzione con la forza dell’amore che provava per la giovane e belle Cristalda. Offese dai suoi rifiuti, le sirene si vendicarono.

E allora dal mare salirono insieme
Alle spiagge di Vieste
Malvage Sirene…
Qualcuno le ha viste
Portare nel fondo Cristalda in catene

Pizzomunno, vedendo il suo amore affondare, travolto da “quell’onda beffarda”, impietrì di dolore. È ancora lì: un candido monolite alto venticinque metri, che dalla spiaggia del castello osserva il mare, in attesa di vedere il suo antico amore emergere dai flutti per tornare da lui.

Città Vieste

Provincia Foggia

Regione Puglia

Coordinate GPS 41°53′N 16°10′E

Come arrivare

In auto: Da Nord. Percorrere l’Autostrada A14 in direzione Sud e prendere l’uscita di Poggio Imperiale; poi prendere la Superstrada del Gargano e seguire le indicazioni per Vieste.

In treno: La stazione ferroviaria più vicina è quella di Foggia.

Cosa visitare nei dintorni

– Peschici (FG)
– Rodi Garganico (FG)

Per saperne di più

Ho trovato tantissime informazioni su Vieste nel sito: https://www.turismovieste.it/.

L’ultima citazione è una strofa della canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”, cantata da Max Gazzè a Sanremo nel 2018. Se ti appassionano i luoghi messi in musica, non perderti:
Alberobello (BA)

Se non sai resistere al fascino dei trabucchi, non perderti:
– Fano (PU)
Termoli (CB)

Se stai dando la caccia al feroce pirata Barbarossa, lo troverai anche qui:
San Fruttuoso di Capodimonte (GE)
Portoferraio (LI)


Il 7 maggio 1988 a Vieste è stato dedicato uno dei francobolli della Serie Turismo del valore facciale di 750 L., nel quale è ritratto il monolite di Pizzomunno ed il promontorio su cui sorge la città.
ViesteTurismoSe cerchi i luoghi italiani immortalati nel celebre ciclo filatelico emesso a partire dal 1974, ne troverai molti nella sezione dedicata:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia//

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