Il Santuario della Passione di Torricella Verzate è l’unico esempio di Sacro Monte dell’Oltrepò Pavese ed è uno scrigno di opere d’arte che fotografano la moda del XVIII secolo.
Durante la Controriforma si sentì la necessità di proteggere la fede cattolica dall’avanzata luterana. Sotto la spinta di San Carlo Borromeo, i territori alpini e prealpini furono fortificati da una cinta di Sacri Monti che raccontavano la Via Crucis con tutta la potenza delle immagini.
Non fu così per il Santuario della Passione, sorto circa un secolo dopo e molto più a sud, nel lontano Oltrepò Pavese, nella valle del torrente Verzate, sulla cima di uno sperone di roccia calcarea di origine vulcanica.
Eccolo: circondato da colline coltivate a vigneti, si erge solitario come un’isola; è ben visibile anche da lontano, come un punto di riferimento.
Nel Medioevo c’era un castello che, dall’alto, vegliava sulla popolazione e controllava il passaggio sul guado del torrente e lungo l’antica via Romea: i pellegrini passavano da qui per immettersi nella Francigena da Piacenza.
A proteggerli, c’erano anche i Cavalieri Templari, che avevano una loro Commenda a Verzate ed amministravano prati, campi, vigne e boschi nei territori di Corvino, Mairano e Robecco. Con i proventi, tra le altre cose, procuravano viveri e beni ai crociati in Terrasanta.
Oggi del castello resta solo la “Torre Saracena”, recentemente restaurata: mostra ancora agli osservatori più attenti le tracce del suo ponte levatoio , pronto ad essere sollevato nel caso di pericolo.
Ci si arriva seguendo una stradina sterrata che sale a zig-zag toccando sette edicole votive dedicate ai dolori della Vergine. È la Via Matris, un percorso spirituale realizzato nel 1880; le cappellette, inizialmente affrescate dal pittore G. B. Rossi da Alessandria, non sono state risparmiate dall’umidità e dalle offese del tempo. Recentemente sono state ristrutturate ed impreziosite dalle formelle di terracotta policroma realizzate dallo scultore Sergio Alberti.
Da qui il Santuario della Passione si mostra di fianco, sovrastato dal campanile svettante che fa anche da torre dell’orologio. Un cipresso solitario punta dritto verso il cielo, indicandoci la direzione da prendere per la Salvezza. Arriviamo così alla Scala Santa, aggiunta al complesso dopo il 1870 ed annunciata dalla scritta in caratteri cubitali sopra una porticina che dà accesso ad un ambiente un po’ angusto. È composta da ventotto gradini, come quella romana di San Giovanni in Laterano, che andrebbero percorsi in ginocchio: ciascuno vale nove anni di indulgenza.
L’ascesa conduce al Santuario, progettato dal parroco Filippo Montagna, edificato in stile barocchetto e benedetto nel dicembre 1768. Si affaccia su un piazzale verde d’erba e chiuso dalle quattordici cappelle della Via Crucis, che lo circondano come un abbraccio.
Uno sguardo oltre i riflessi dei vetri di protezione rivela una cura sorprendente per i dettagli. La Passione di Gesù è raccontata da cinquantadue statue a grandezza naturale e dipinte a mano, opera di Pietro Ferroni da Arosio. I personaggi buoni sono subito riconoscibili perché hanno un’espressione serena, pur nel dolore, mentre i cattivi hanno tratti grotteschi che li rendono decisamente brutti. I rappresentanti del popolo sono abbigliati alla moda del XVIII secolo; tutti si stagliano su uno sfondo scolpito in bassorilievo che, a sua volta, si stacca da un fondale dipinto con una scenografia che richiama il territorio circostante. L’effetto è quello di uno spazio aperto e profondissimo, come se una singola cappella potesse contenere un’intera vallata.
Una scalinata ci divide dall’entrata del Santuario, dove ci aspettano opere d’arte di grande valore ed un reliquiario con un frammento della Vera Croce, posato su un mobile seicentesco di legno di noce.
Prima di varcare la soglia, vale la pena voltarci ancora una volta: al di là delle cappelle c’è uno spettacolo di colline verdi di boschi, prati e vigneti; ci sono stradine di terra e piccoli borghi, in posizione panoramica, che promettono nuove avventure ed attendono di essere visitati.
Città Torricella Verzate
Provincia Pavia
Regione Lombardia
Coordinate GPS 45°01′N 9°10′E
Come arrivare
Al Santuario è possibile arrivare solo a piedi e si trova sulla sommità di una collina che tocca i centosessanta metri sul livello del mare. C’è un parcheggio all’inizio dell’ultimo tratto di salita ma non è molto grande, quindi se si va al Santuario durante una manifestazione, è possibile che si debba lasciare l’auto più giù. Non c’è il rischio di perdersi perché è ben segnalato e visibile dal basso. Puoi trovare tutte le informazioni utili per raggiungere Torricella Verzate sul sito del comune: http://www.comune.torricellaverzate.pv.it/hh/index.php
Cosa visitare nei dintorni
– Voghera (PV)
Per saperne di più
È possibile trovare molte informazioni utili sul Santuario di Torricella sul sito internet: http://www.santuarioditorricella.it/.
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