La cascata delle Marmore e la bellezza di un amore antico (TR)

Cascata delle Marmore

Nel ternano, quasi alla fine della Valnerina, la cascata delle Marmore è la cascata artificiale più alta ed antica d’Europa. La sua bellezza ha ispirato artisti di tutti i tempi, fin dal III secolo prima di Cristo.

L’improvviso suono della sirena ci mette in allerta: le paratoie sono state aperte e presto lo spettacolo avrà inizio.
Seduti sulle panchine del Belvedere Inferiore, osserviamo la cascata delle Marmore aumentare il suo flusso: in soli cinque minuti, mentre il fragore cresce d’intensità, la portata sale da centoventi a sedicimila litri al secondo. L’acqua sembra trasformarsi in un muro di schiuma bianchissima che, infrangendosi violentemente contro le rocce sottostanti, solleva una nuvola di goccioline gelate; quando il vento le porta fino a noi, al contatto con la pelle rabbrividiamo piacevolmente.
Cascata delle MarmoreÈ difficile descrivere le sensazioni suscitate da un simile spettacolo, quando la natura manifesta tanta forza e selvaggia bellezza; dal Settecento ad oggi, la cascata delle Marmore ha attirato a sé pittori plenaristi come Philipp Hackert, Salvator Rosa, Corot e Turner, che si sono sistemati qui con i loro cavalletti e tavolozze per dare forma e colore ad un’emozione. Ai loro pennelli si unì l’inchiostro di poeti e scrittori che resero “la cascata di Terni” una meta famosa ed imperdibile del Gran Tour in Italia.
Molto prima di loro, già Leonardo da Vinci ne era rimasto impressionato, al punto da calarsi là dove la cascata si infrange dopo il primo salto, per meglio studiarla ed ammirarla. Infine la raffigurò all’interno di una sintesi panoramica del territorio ternano, nel quale inserì anche il castello di Papigno. Il disegno, intitolato “Paesaggio con fiume”, è inventariato e conservato alle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Virgilio, nel I secolo a.C., nel VII libro dell’Eneide, scrisse a proposito di “un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade”.
Quella delle Marmore è la cascata artificiale più antica d’Europa, realizzata dai Romani nel 271 a.C. per far defluire le acque del fiume Velino che impaludavano la pianura reatina, causando la malaria e miasmi degni del fiato di un drago. Scavarono un canale che fungesse da letto del fiume, per portarne il corso oltre la rupe e farlo cadere di sotto ad incontrare il fiume Nera.
Secondo la leggenda, Velino era un pastore e Nera una ninfa. I due erano giovani, bellissimi ed innamorati al punto da suscitare l’irosa invidia degli dèi. Giunone stessa trasformò Nera in un fiume per punirla. Velino, vedendo la sua amata svanire negli “infernali gorghi”, non esitò a gettarvisi. Giove, intenerito da un amore così profondo e coraggioso, trasformò Velino in acqua; da allora il suo volo si rinnova ogni giorno, portandolo a mescolarsi alla sua amata per l’eternità.
Cascata delle MarmoreDi “’Amore che sorveglia la Follia con immutabile aspetto”, scrisse Lord Byron che, come noi oggi, seduto su una panchina, amava attardarsi ad ammirare questo spettacolo, lasciandosene ispirare per scrivere i suoi versi. Nel quarto canto del “Childe Harold’s Pilgrimage” (Le peregrinazioni di Aroldo il cavaliere), pubblicato nel 1818 e da molti considerato una sorta di guida poetica all’Italia, descrisse la cascata delle Marmore così:
Rimbombo di acque! Dalla scoscesa altura il Velino fende il baratro consunto dai flutti. Caduta di acque! Veloce come la luce, la lampeggiante massa spumeggia, scuotendo l’abisso… e sale in spuma verso il cielo, per ricaderne in un incessante scroscio, che, con la sua inesausta nube di mite pioggia, reca un eterno aprile al terreno attorno, rendendolo tutto uno smeraldo”.
A lui è dedicato il piazzale con belvedere e punti ristoro che troviamo poco più avanti, insieme ad una scultura di marmo che ritrae la panchina dove sono posati il suo mantello ed il libro con i suoi versi e la traduzione in italiano. Le passa accanto una coppia di canoisti diretta ad una scaletta di legno ripidissima che porta alle acque smeraldine ed agitate del fiume Nera.
Noi proseguiamo, seguendo un sentiero di ghiaia che conduce ad un lungo ponte di ferro, dal quale il paesaggio sembra un abisso profondo; arriviamo al Piazzale della Ninfa, dove ha inizio la zona escursionistica del parco.
Cascata delle MarmoreVisitiamo un laghetto quasi interamente ricoperto da ninfee e popolato da pesci molto grandi che affiorano nello specchio d’acqua oscurato dalle nostre ombre; poi, guidati dalla voce del fiume, prendiamo una scaletta di legno e ci caliamo nel sentiero 3. Bastano pochi passi per entrare in un mondo verde, ombroso e lussureggiante, dove le radici degli alberi affiorano poderose dal terreno fino ad abbracciare le rocce e compongono arabeschi dal fascino ancestrale. I richiami degli uccelli rimbalzano nell’aria al di sopra del frastuono del Nera; il sentiero è breve ma tanto basta a catapultarci in un’avventura dal sapore esotico.
Riemergiamo alla luce degli spazi aperti, nei pressi di un tavolino da pic-nic e questa volta seguiamo le indicazioni per il sentiero 2, l’Anello della Ninfa.
In breve ci troviamo a costeggiare delle grotte naturali mentre a sinistra c’è solo una staccionata a dividerci dal fiume impetuoso e gorgogliante che scorre lambendo il limite del sentiero. All’improvviso la terra battuta si tramuta in fango; ancora un passo ed una pioggia fitta e gelata ci cade addosso. Indossiamo rapidamente degli impermeabili prima di salire sul ponte che attraversa il fiume. Poche decine di metri più a monte c’è una cascatella, il terzo salto del Velino; è bellissima ma il getto d’acqua che solleva ci impedisce di fotografarla e ci spinge a volgerle la schiena o proseguire oltre.
Cascata delle MarmoreSaliamo su scalette di legno, un gradino alla volta, sempre più in alto, verso il belvedere superiore del sentiero 2; appena lo raggiungiamo una nuvola di gocce d’acqua ci investe e ci inzuppa e imperlina gli occhiali; affacciarsi per ammirare il fiume che si lancia nel suo secondo salto sembra un’impresa colossale ma ci premia lo spettacolo di un arcobaleno nettissimo. Dura solo pochi secondi, prima che un soffio di vento lo disperda. Forse a farlo sparire è stato il dispetto di uno gnefro, una di quelle creature leggendarie che vive qui, in piccoli gruppi, nei pressi della cascata delle Marmore. Pare sia una creatura fatata, una specie di folletto che si diverte ad importunare i viandanti solitari ma senza far loro del male. Secondo alcuni è una creatura benigna e, per chi sa stare al gioco, ha tante storie da raccontare.

Città Cascata delle Marmore, tra Marmore e Collestatte Piano

Provincia Terni

Regione Umbria

Coordinate GPS 42°32′38.76″N 12°43′15.96″E

Come arrivare

Il parco della cascata delle Marmore è accessibile a pagamento; i principali punti di accesso sono il Belvedere Superiore ed il Belvedere Inferiore. Arrivando in auto, entrambi sono indicati con segnaletica marrone.
Tutte le informazioni utili per raggiungere il parco della cascata delle Marmore sono dettagliate nel sito: https://www.umbriaexperience.it/dove-si-trova-e-come-arrivare-alla-cascata-delle-marmore/.

Cosa visitare nei dintorni

– Acquasparta (TR)
– Sito archeologico di Carsulae (TR)
Ferentillo (TR)

Per saperne di più

È possibile trovare tutte le informazioni relative all’accessibilità al parco delle cascate, orari di apertura e di rilascio delle acque, costi del biglietto e molto altro sul sito internet: https://www.cascatadellemarmore.info/

Se ami le escursioni nel verde, ricche di fascino e storia, potrebbero interessarti gli articoli presenti nella sezione:
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Il 17 aprile 1999 la cascata delle Marmore è stata scelta come soggetto di uno dei francobolli della XXVI emissione della Serie Turismo, del valore facciale di 800 L –  0,41 €
 Se cerchi i luoghi italiani immortalati nel celebre ciclo filatelico emesso a partire dal 1974, ne troverai molti nella sezione dedicata:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia/

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