Chamois: la perla delle Alpi (AO)

Chamois in inverno

Chamois: una piccola perla alpina valdostana in un ambiente ancora incontaminato, dove non arrivano le automobili e i camosci si avvicinano alle case, liberi e rispettati.

Nel 1691 la Valle d’Aosta fu invasa dalle truppe francesi del Re Sole, un esercito di ventimila uomini ben armati. Il conte di Challant, considerando di non poter opporre resistenza a capo di un manipolo di contadini poco avvezzi all’uso delle armi, al posto della difesa scelse la ritirata e fuggì a Torino per ricevere ordini e aiuti. La contessa sua moglie, rimasta quasi sola nel castello di Châtillon, decise di lasciarlo per cercare riparo per sé e i suoi undici figli nel villaggio di Chamois, che considerava un posto sicuro. Raccolse ciò che riteneva opportuno e si mise in viaggio fino agli alpeggi del piccolo borgo montano, facendo portare i figli più piccoli a spalla con delle gerle.
Chamois era ed è tuttora un villaggio alpino isolato, adagiato in una conca verde di prati e boschi in Valtournanche, esposta a sud al cospetto del monte Cervino. È a circa milleottocentoquindici metri d’altezza sul livello del mare e per arrivarvi a piedi dalla valle è necessario percorrere la lunga mulattiera che da Buisson sale a serpentina inerpicandosi tra noccioli e aceri per oltre ottocento metri di dislivello con una novantina di curve e tornanti. All’inizio la pendenza tira i polpacci e toglie il fiato ma, man mano che si prosegue la salita, diventa più dolce e la fatica viene premiata dalla bellezza del panorama.Chamois in estate La mulattiera raggiunge la borgata di La Ville, che in passato era stata la frazione più importante di Chamois e da lì si prosegue lungo una ripida strada sterrata fino a Corgnolaz, giungendo nella verde piazza antistante il municipio.
Dal 1955, proprio nei pressi della mulattiera, c’è la funivia che svolge servizio pubblico e permette di arrivare in circa cinque minuti da Buisson a Corgnolaz, diventata la frazione principale di Chamois nel 1707, quando gli abitanti di Chamois ricostruirono e ingrandirono la preesistente cappella di Corgnolaz (già restaurata nel 1632) e il nuovo edificio venne consacrato a San Pantaleone dal vescovo Amédée Milliet d’Avillars. All’epoca Chamois contava più di trecento abitanti.
Arrivati nella piazzetta principale di Corgnolaz in un colpo d’occhio vediamo la chiesetta di San Pantaleone (ricostruita nel 1838), il comune, il bar, il noleggio delle attrezzature per la neve e l’emporio dove si possono comprare generi alimentari, abbigliamento, giornali e souvenirs.
Non ci sono strade asfaltate che collegano Chamois al resto del mondo: non c’è smog, rumori di clacson o frenate, non c’è traffico, né problemi di parcheggio, lavaggio strade, semafori e divieti di sosta. Non ci sono automobili. Nel referendum del 1955 gli abitanti di Chamois preferirono la costruzione della funivia a quella di una strada e da allora Chamois è rimasta un’oasi incontaminata di pace e silenzi come lo era ai tempi della fuga della contessa di Challant. Come allora è costituita da case di pietra e legno raggruppate tra loro e dai rascard, gli edifici utilizzati per la conservazione dei cereali, costruiti con tronchi squadrati di larice che poggiano sui “funghi”, pilastri di legno sormontati da un disco di pietra grigia chiamato “losa” che servono a isolare i rascard dall’umidità del suolo e renderli difficilmente accessibili ai topi e agli altri roditori. Le lose sono utilizzate soprattutto come copertura dei tetti, perché sono lisce e adatte a far scivolare giù la neve.Chamois in estateChamois è un villaggio “sparso”, costituito da cinque borgate dette “hameau” (Corgnolaz, La Ville, Suis, Crepin e Cailla) collegate tra loro da sentieri e che erano abitate fino a cinquant’anni fa. Ciascuna borgata aveva una sua cappella per le cerimonie religiose, una sua fontana in pietra e una sua scuola: a La Ville ce n’era addirittura una riservata alle ragazze, voluta da Jean-Jacques Perruquet di Valtournenche, parroco di Chamois dal 1740 al 1750. C’era anche un forno comune.
Era dura la vita degli abitanti di Chamois, una vita di duro lavoro tutto l’anno, a stretto contatto con la natura. Portavano le mucche al pascolo, ciascuna con una bella campana al collo, ciascuna con un nome, un carattere e degli aneddoti da raccontare. Dal latte appena munto si potevano ricavare prima la toma, poi il burro e altri formaggi. Poi c’era il lavoro nei campi, coltivati a cereali, che oggi sono in parte divenuti prati incolti e in estate si colorano di fiori e dello svolazzare delle farfalle mentre il frinire delle cavallette offre un sottofondo rilassante. In inverno fa freddo, la neve è alta, la legna è un bene prezioso che non va sprecato, ma raccolto e conservato e quindi anche l’utilizzo del forno comune era un evento importante da fare solo poche volte l’anno.
Con il legno si possono anche fare le gerle, delle ceste resistenti con le quali è possibile trasportare di tutto.
Quando ancora non c’era la funivia si scendeva al paese di Antey una volta al mese nel giorno di mercato e si tornava con gli acquisti nella gerla caricata in spalla.
Chanois in invernoA Suis, una delle borgate di Chamois, vive ancora l’ultimo abitante, Emilio Lettry, un ultraottantenne artigiano, le cui mani segnate dagli anni di duro lavoro sanno ancora intrecciare i sottili listelli di nocciolo con cui ha fabbricato gerle per tutta una vita. A lui sarebbe piaciuto fare l’organista, ma a quei tempi la musica era un lusso troppo grande e ci volevano braccia e tempo per portare avanti la casa, le bestie e i campi di famiglia. Emilio sa suonare l’armonica a bocca e ricorda quando la suonava nelle feste in cortile.
Egli ricorda anche la vigilia di Natale del 1947, quando arrivò finalmente la luce elettrica dopo mesi di fatiche per piantare i pali e tirare i fili e racconta come gli animali fissavano le lampadine accese a occhi spalancati.
Emilio è la memoria storica del paese ed ha raccontato in dialetto e con voce sicura questi e altri aneddoti in un documentario bellissimo di Joseph Péaquin, un cortometraggio di circa ventisei minuti sottotitolato in francese, presentato nel 2012. Emilio è consapevole e felice di vivere “fuori dal mondo”, in una realtà dove il tempo si è fermato, gli spazi sono quelli che è possibile percorrere a piedi e il tempo è quello delle stagioni. Oltre a lui a Chamois sono rimasti meno di cento abitanti permanenti, che vivono soprattutto del turismo, favorito dalla bellezza incontaminata dei luoghi e dagli impianti sportivi.Chanois in estate Sono numerose le attività che si possono fare a Chamois all’aria aperta, a contatto e nel rispetto della natura. Ci sono sentieri ben segnati per fare trekking o nordic walking, pareti per arrampicare e d’inverno ci sono chilometri di piste da sci e sci-alpinismo.
Da Corgnolaz una bella passeggiata di mezz’ora o la comoda seggiovia ci potranno portare all’incantevole lago di Lod, un piccolo laghetto alpino a forma di cuore. È bellissimo passeggiare lungo le sue rive o sedersi sull’erba verde, avvolti dai profumi e dai colori dei fiori lì intorno. Da giugno a settembre la superficie dell’acqua lungo le sponde del lago è coperta da vistosi fiori rosa. Non è raro avvistare dei camosci, gli animali che hanno dato il nome a Chamois. Sono liberi, agili ed eleganti e non temono l’uomo perché qui sono sempre stati rispettati.
Andare a Chamois non è solo fare una gita in montagna: è un’esperienza in un mondo “fuori dal mondo” che ha ancora tanto su cui farci riflettere.

Città Chamois

Provincia Aosta

Regione Valle d’Aosta

Coordinate GPS 45°50′N 7°37′E

Come arrivare

In auto: da Aosta. Si segue l’autostrada A5 Torino-Aosta fino all’uscita Chatillon. Da qui seguire le indicazioni Valtournenche / Cervinia, fino a Buisson, dove si lascia l’automobile nell’ampio parcheggio della funivia per Chamois.
Non è possibile arrivare a Chamois in auto: è possibile arrivare solo fino a Buisson di Antey, e da lì prendere la funivia che in cinque minuti porta alla frazione di Corgnolaz

In treno: La Stazione Ferroviaria più vicina è quella di Châtillon

In autobus: La partenza della funivia di Buisson di Antey è servita dall’ente di Trasporto pubblico regionale. Per orari e tariffe si faccia riferimento al sito: http://www.savda.it/

Cosa visitare nei dintorni

– Lago di Lod

Per saperne di più

Ho trovato molte informazioni utili su Chamois nel sito istituzionale del comune: http://www.comune.chamois.ao.it/it-it/home.

Se cerchi il documentario “La suisse d’Emilio” di Joseph Péaquin, un cortometraggio di circa ventisei minuti sottotitolato in francese, presentato nel 2012, lo puoi trovare all’indirizzo: http://www.josephpeaquin.com.

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