I pescatori di Acitrezza (CT)

Acitrezza

Sulla costa ionica, a pochi chilometri da Catania, Acitrezza è un piacevole e antico borgo marinaro che deve il suo fascino alle bellezze naturalistiche della riserva naturale che comprende i faraglioni dei Ciclopi; Giovanni Verga e Luchino Visconti vi ambientarono una “storia che nel mondo si rinnova da anni…” e le barche dei pescatori sono ancora lì per raccontarla.

Emergono prepotenti dal mare, poco distanti dalla costa. Hanno forme misteriose ed affascinanti e sembrano puntare verso il cielo, quasi a voler afferrare le nuvole: sono i faraglioni di Acitrezza. Insieme agli scogli e all’isola Lachea costituiscono il piccolo arcipelago dei Ciclopi, figlio delle attività sottomarine dell’Etna, la cui furia ribollente fece sollevare il fondale marino circa cinquecentomila anni fa. Per migliaia di anni i faraglioni furono accarezzati e modellati dalla forza paziente degli agenti atmosferici e dei venti che pare siano stati rinchiusi dal dio Eolo proprio nelle caverne sotterranee che si celano nelle viscere del vulcano ancora attivo poco distante da qui. La brezza soffia fresca sollevando la cresta delle onde che si infrangono contro le formazioni rocciose, disegnando trinati impalpabili di schiuma che si disperdono nel vento in un lento e continuo sciabordio.foto faraglioni di AcitrezzaOmero ci racconta che in realtà quelli sono enormi massi che Polifemo lanciò con terribile furia contro le navi di Ulisse in fuga. Costui, per salvare se stesso e i suoi uomini dal crudele appetito del Ciclope, non solo lo aveva accecato ma con astuzia era riuscito a fare in modo che gli altri giganti, invece di aiutarlo, si prendessero beffa di lui.
Qui a riva riposano pigre e immobili le barche di legno dei pescatori: sembrano in posa. Sono piccole e colorate; alcune di loro hanno disegnati a prua due occhi, uno a dritta e uno a mancina. Sono occhi di buon auspicio, come quelli che gli antichi Greci e prima ancora i Fenici dipingevano sulle loro imbarcazioni per tenere lontani gli spiriti maligni e vedere meglio gli ostacoli insidiosi come i pericolosi scogli che affiorano a pelo d’acqua.
AcitrezzaAnche queste barche sono oggetto di numerose foto, immagini che ci riportano al piccolo porticciolo rimasto quasi immutato negli anni. Un cartello avvisa che si tratta dell'”Antico Scalo dei Malavoglia”, lo stesso porticciolo stilizzato nel francobollo da 350 Lire della serie “Turismo” – XIII emissione, del 1986.
È il simbolo di Acitrezza e della dura vita dei suoi pescatori, così narrata da una voce fuori campo:
“Come sempre i primi a cominciare la loro giornata a Trezza sono i mercanti di pesce che scendono al mare quando ancora il sole non è spuntato di là di Capo Mulino…perché come tutte le notti le barche sono uscite in mare e ora rientrano con quella poca pesca che hanno fatto. Se c’è la pesca si vive a Acitrezza e dal nonno, al padre, ai nipoti è sempre stato così.
Il film-documentario si intitola “La terra trema”: è una pellicola in bianco e nero di Luchino Visconti e Antonio Pietrangeli, del 1948. Ispirata al romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga e considerata un capolavoro del neorealismo, è realizzata con attori non professionisti scelti tra gli abitanti del paese: semplici pescatori, ragazze, braccianti, muratori e grossisti di pesce mettono in scena la loro dura vita quotidiana. “Essi non conoscono lingua diversa dal siciliano per esprimere ribellioni, dolori, speranze.
Tra loro si distingue ‘Ntoni Valastro, un giovane pescatore povero disposto a lottare contro l’oppressione di potenti grossisti senza scrupoli. La sua è una rivolta individuale che non viene seguita dagli altri pescatori che invece accettano la propria condizione; è una rivolta contro lo sfruttamento capitalista e la rigida separazione delle classi sociali e viene punita con la sconfitta e l’umiliazione. Non bastano i sacrifici e la buona volontà di tutta la famiglia: è sufficiente una tempesta a distruggere la barca che avevano comprato per poter lavorare in proprio. Quel coraggioso tentativo di imprenditorialità è punito con la perdita della casa che era stata ipotecata per acquistare la barca e con la disgregazione della famiglia stessa. Quella casa era “vecchia come il mestiere di pescatore”.
E quei poveretti sembravano tante anime del purgatorio…” : scrisse il Verga a proposito dei pescatori di Acitrezza. A lui già nel 1939 fu dedicata la piazza principale della città, dove quella citazione è riportata su un altorilievo che impreziosisce la facciata pastello della “Casa dei pescatori di Acitrezza” e che raffigura alcune donne in attesa del ritorno dei pescatori dopo una tempesta. “Le donne mentre sfaccendano pensano ai loro uomini che devono tornare dal mare, ché la famiglia ha sempre avuto una barca sull’acqua”. Sono donne coraggiose ed operose che hanno una parte attiva nella vita quotidiana del paese, una vita che ha il sapore delle sarde conservate in salamoia e del pescato di scoglio; una vita marginalmente legata al commercio del cordame fatto di lino e canapa dal quale il paese prende il nome: “trezza” è la tessitura delle reti dei pescatori e “Aci” è il nome del fiume che scorre a Capomulini, nato dal sangue versato dall’omonimo giovane pastore, innamorato della bellissima ninfa Galatea, figlia del dio marino Nereo. Aci morì schiacciato da un masso lanciato dalla furiosa gelosia di Polifemo, anch’esso invaghito della ninfa ma non ricambiato. Nelle Metamorfosi Ovidio ci racconta che alla vista del suo amore morto, Galatea pianse tutte le lacrime che aveva con una dolore così intenso e struggente da muovere a compassione gli dei. Questi trasformarono Aci in un bellissimo fiume “che scende dall’Etna e sfocia nel tratto di spiaggia dove solevano incontrarsi i due amanti”.
Storicamente il processo di urbanizzazione di Acitrezza iniziò proprio da questa piazza, antistante la chiesa patronale di San Giovanni Battista, fatta costruire alla fine del XVI secolo per volere del principe Stefano Riggio e del fratello Andrea, arcivescovo di Catania.foto Acitrezza vista dal mareFu intorno a questa chiesa che si sviluppò il villaggio che all’inizio del XVII secolo contava centocinquanta abitanti. Qui a fianco c’è anche la “Casa del Nespolo”: l’abitazione di Padron ‘Ntoni descritta nel romanzo “I Malavoglia”. È una tipica abitazione siciliana del XIX secolo, con il cortile, un piccolo orto e l’ingresso caratterizzato da un arco in pietra lavica a tutto sesto. Ora è un piccolo museo che tramite una ricca sezione fotografica e una raccolta di antichi strumenti di lavoro e suppellettili racconta la vita quotidiana dei pescatori trezzoti della metà dell’Ottocento. Sono esposte anche delle foto scattate personalmente da Giovanni Verga e delle lettere che egli scrisse al fratello Pietro.
Nascosta tra le case qui intorno si intravede una torre antica, chiamata “il Bastioncello”.
Passeggiando tra queste strade e viuzze caratteristiche troviamo alberghi, ristoranti e locali di intrattenimento che ci parlano di un’altra realtà: quella turistica. Acitrezza si anima soprattutto nelle sere e nelle notti d’estate, quando il lungomare si popola di visitatori romantici o chiassosi. Già alla fine del XVIII secolo aveva iniziato ad essere meta dei Gran Tour che partivano da tutta l’Europa per scoprire le bellezze italiane. Lo stesso Goethe, che sabato 5 maggio 1787 si trovava a Catania, cita “un’escursione a mare fino agli scogli di Jaci: la più bella gita di piacere, che si possa fare a Catania”. Allora come oggi i faraglioni erano considerati uno spettacolo imperdibile, un suggestivo monumento naturale che celebra il profondo legame tra l’uomo, la realtà che lo circonda e il mito.

Città Acitrezza

Provincia Catania

Regione Sicilia

Coordinate GPS 37°33′49″N 15°09′41″E

Come arrivare

In auto: da Catania. Prendere la SS114 in direzione Aci Castello e proseguire per una decina di chilometri fino ad Acitrezza.

In treno: La stazione ferroviaria più vicina è quella di Acireale.

In autobus: Acitrezza è collegata a Catania dalla AMT (Azienda Municipalizzata Trasporti). Per informazioni su percorsi, orario e costi è possibile visitare il sito della AMT.

Cosa visitare nei dintorni

– Aci Castello
– Catania

Per saperne di più

È possibile trovare tutte le informazioni relative a Acitrezza sul sito internet: https://www.visitsicily.travel.

Acitrezza è il piccolo paese nel quale vivono i Malavoglia, la famiglia di pescatori protagonista dell’omonimo romanzo di Giovanni Verga, pubblicato nel 1881; se vuoi riscoprire le ambientazioni dei romanzi e saggi che potresti aver letto, non perderti gli articoli raccolti in questa sezione:
– https://www.travel-experience.it/category/romanzi/

Se sei interessato alle storie sui pescatori, non perdere l’articolo su:
– Lo sciabegotto di Numana (AN)

Se vuoi immergerti nel mondo documentato da Luchino Visconti in “La Terra Trema”, ho trovato il film a questo link:
– https://www.youtube.com/watch?v=pzm21Dyr3VE

Il 24 marzo 1986 ad Acitrezza è stato dedicato uno dei francobolli della Serie Turismo, XIII edizione, del valore facciale di 350 Lire.
AcitrezzaSe cerchi i luoghi italiani immortalati nel celebre ciclo filatelico emesso a partire dal 1974, ne troverai molti nella sezione dedicata:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia/

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