Nella bassa valle del Lys, immerso nella natura, il piccolo villaggio di Chemp è diventato un museo a cielo aperto grazie allo scultore Angelo “Pino” Bettoni, che sta realizzando il suo “sogno portato dal vento”.
Dopo una teoria infinita di tornanti, su strade sempre più strette e panoramiche, arriviamo a Chemp, un piccolo borgo fiabesco, nel quale fantasia e realtà si confondono. All’improvviso l’asfalto si interrompe, subito sostituito dai sassi del selciato di una stradina che passa tra le case di pietra e legno. Un galletto annuncia il nostro arrivo mentre, sotto un arco, è pronta a darci il benvenuto una bella fanciulla dai capelli lunghi ed un grande cuore.
Subito giriamo l’angolo, sotto lo sguardo attento di un cavallo fiero. Siamo sul limitare del piccolo villaggio oltre l’ultima casa di pietra dal tetto in ardesia. Davanti a noi si apre un pratone verde d’erba soffice ed alberi da frutto. Tra i rami c’è ancora qualche meletta e qualche fico mentre a terra abbondano ricci con piccole castagne. Su un grande rovo carico di more, uno scarabeo color smeraldo si lascia fotografare, immobile.
Là di fronte, un papero di latta, nato da una marmitta, apre il becco rosso in un muto starnazzare; poi c’è una chiesetta, bianca come una pennellata in un dipinto. Tutto intorno ci abbraccia un ampio scenario montano: da una parte una parete di roccia e dall’altra la profonda vallata scavata dal Lys.
In cima al punto panoramico, alcuni escursionisti siedono sull’erba concedendosi un po’ di riposo e contemplando lo spettacolo dei primi rossi autunnali mentre una fanciulla di bronzo si abbandona all’estasi delle carezze del vento. Stormiscono le piante, suonando una melodia guidata dal direttore d’orchestra nato da un grande tronco di castano. Qualcuno si china a raccogliere noci mentre mi avvicino in punta di piedi ad un clochard che dorme disteso con la testa appoggiata ad un libro.
Un grillo gigantesco fa la guardia ad una stalla: sul pavimento ricoperto di fieno e trucioli sta prendendo corpo un lucertolone. Poco oltre, una contadina dà il mangime alle galline e, mentre un gruppo di anziani amici chiacchiera piacevolmente, una bambina fa volare il suo aquilone di legno.
Dalla fontana di pietra del secolo scorso, sgorga acqua freschissima ma, di fronte, una grande mano raccoglie il getto lasciato scorrere da un enorme rubinetto sospeso in aria. Nell’erba ci sono ricchi ciuffi d’ortica e fiorellini gialli; sotto un pergolato, dal quale scendono piccoli grappoli d’uva selvatica, ci sono stelle alpine: sono alte quasi quanto me. Un manto d’edera ricopre alcune alte pareti di pietra. Una folata di vento fa volare nel cielo una cascata di foglie dorate.
Una volpe fa capolino da dietro un muro ed osserva attenta i nostri spostamenti mentre un signore porta delle fascine di legno ed alle sue spalle un ragazzo si diverte giocando alla corsa con i sacchi.
Enormi funghi di pietra sostengono una costruzione di legno, un antico granaio del 1671 e, nell’avvicinarci per guardare meglio le sculture lignee che lo impreziosiscono, sentiamo delle voci. C’è un gruppo di persone che chiacchiera seduto intorno ad un tavolo e tra loro Angelo “Pino” Bettoni racconta la sua storia. È una persona semplice, gentile ed accogliente, l’artista che con tanta fantasia e creatività ha dato vita a molte delle sculture che abbiamo ammirato oggi: le sue mani infaticabili hanno messo a nudo l’anima delle piccole cose e l’immensa emozione che possono suscitare. Venne qui per caso trent’anni fa e fu subito amore e nostalgia: Chemp appariva come un villaggio abbandonato, incolto, lasciato ai rovi. Portava su di sé ancora i segni del grande incendio che, nel XVIII secolo, aveva distrutto un grande rascard e tutta la solitudine del suo isolamento: non c’era ancora la strada asfalta, ci si arrivava solo a piedi. Ancora oggi, non ci sono negozi o botteghe, solo poche case di pietra e legno, circondate dalla natura, e la voce del vento.
“Non si può abbandonare un posto simile. Alla fine sono riuscito a comperare una piccola porzione di case e le ho sistemate e mi sono sentito l’uomo più felice del mondo.” Così, un po’ alla volta, Angelo Bettoni ha donato a Chemp una nuova vita, creando un museo a cielo aperto capace di far parlare di sé e richiamare l’attenzione di nuovi visitatori.
“… è un sogno che si sta avverando con il passare del tempo: ci sono degli amici che vengono a collaborare a questa iniziativa e sta diventando una cosa magica”.
Questa Chemp, magica lo è davvero: vi si respira la bellezza della natura incontaminata, l’amore per le cose semplici, lo stupore e la meraviglia di “un sogno portato dal vento”, un luogo fiabesco dove fantasia e realtà si fondono.
Città Chemp
Provincia Aosta
Regione Valle d’Aosta
Coordinate GPS 45°62′N 7°81′E
Come arrivare
In auto: da Pont-Saint-Martin. Si sale su a Perloz, si prosegue per Chamioux, si superano i tornanti che portano a Marine e da lì si prosegue seguendo le indicazioni fino a Chemp. In alternativa si può salire sulla SR44 fino a Remondin e poi girare a sinistra, superando il ponte sul Lys, seguendo la segnaletica. Seguendo la strada si arriva a Chamioux, poi Marine, fino a Chemp.
Cosa visitare nei dintorni
– Pont-Saint-Martin (AO)
– Il Forte ed il borgo medievale di Bard (AO), lungo la via Francigena.Per saperne di più
Enrico Romanzi ha pubblicato un video bellissimo su Angelo Bettoni e Chemp e lo potete trovare a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=OnnkpOL4Q2A
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