Nel Sulcis, Sardegna sud-occidentale, il vecchio borgo di Tratalias, dopo essere stato abbandonato, ha iniziato una vita nuova.
È un mercoledì.
L’inquadratura si alza dalla diga, rivelando lo specchio d’acqua al di là. Un’automobile corre su una lunga strada polverosa e solitaria che attraversa una pianura arida, arsa dal sole e circondata dalle montagne.
– “io credevo che Tratalias fosse vicina a Cagliari”.
– “Tratalias non è vicino a niente”.
Il taxi arriva a Tratalias Nuova, all’unico bar del paese. Il viaggiatore entra a fare domande e da lì si incammina verso il borgo antico, il paese fantasma, con le case abbandonate, le porte lasciate aperte sul nulla, gli intonaci segnati da crepe e muffa. Il visitatore sente la voce di un bambino che gioca e gli si avvicina per rivolgergli delle domande.
– “Non ci abita più nessuno qui?”
– “Solo il matto, lui non ha paura dell’acqua”.
– “Quale acqua?”
– “Quella della diga che non regge più l’acqua”.
Bastano poche immagini e battute tratte dal film poliziesco di Cristina Comencini “La fine è nota” per descrivere lo stato di isolamento ed abbandono nel quale riversava Tratalias Vecchia alla fine degli anni Ottanta.
Era un borgo antico di pastori ed agricoltori, fondato intorno all’anno mille; vide il suo massimo splendore quando vi fu trasferita la sede della diocesi sulcitana perché quella precedente, Sant’Antioco, fu abbandonata a causa delle troppo frequenti incursioni dei pirati. Fu così che nel 1213 iniziarono i lavori per la costruzione della cattedrale di Santa Maria, che avrebbe dovuto sostituire la pieve già esistente, “non più adatta alle aumentate necessità”.
Eccola: è ancora bellissima e molto ben conservata; è il cuore del borgo antico, il punto di riferimento sempre visibile al di sopra dei tetti delle case. I lavori si protrassero fino al 1282; fu realizzata in pietra vulcanica e calcarea che danno alle facciate diverse tonalità chiare; lo stile è tardo romanico, semplice e lineare. Dal timpano sporge una scaletta in pietra che sembra salire verso il cielo. L’interno è ombroso e spazioso, con tre navate divise da ampie arcate a tutto sesto che poggiano su pilastri quadrangolari.
Fu cattedrale fino al 1503, quando Iglesias divenne sede vescovile e vi fu traslato anche il simulacro della Vergine, Patrona di Tratalias, che però qui fa ritorno a maggio con una grande festa.
L’ex cattedrale rimase nel cuore dei trataliesi al punto che, quando abbandonarono il borgo antico, si valutò la possibilità di smontare la chiesa un pezzo alla volta e rimontarla nel borgo nuovo.
Carestie, epidemie ed i continui attacchi dei pirati barbareschi costrinsero Tratalias ad una vita dura di povertà. Vi si coltivava il grano, qualche frutteto ed ulivi; vi si praticava la concia delle pelli e si facevano scambi commerciali con i centri vicini.
Nel 1954, la costruzione della diga sul vicino Rio Palmas creò il lago artificiale di Monte Pranu per fornire acqua ed energia agli agricoltori ed ai pastori che da sempre soffrono per le siccità croniche delle roventi estati sarde. La realizzazione dello sbarramento ebbe come effetto collaterale l’infiltrazione continua di acqua nelle falde superficiali del terreno, rendendo le case di Tratalias ed altri paesi limitrofi inabitabili: la grande umidità degli alloggi non causò solo la presenza di muffa agli infissi e sulle pareti ma creò un ambiente freddo e malsano nel quale ci si ammalava facilmente.
Dopo trent’anni di gravi disagi e problemi igienico-sanitari, finalmente il 19 dicembre 1984 nacque la nuova Tratalias, costruita al di là della collina, con più di trecento edifici, tra i quali il municipio, le scuole ed un centro commerciale. Un gruppo alla volta, i trataliesi si trasferirono nelle nuove case, lasciandosi i ricordi alle spalle.
Il borgo vecchio fu abbandonato ed avrebbe dovuto essere demolito ma una quarantina di case sfuggì all’abbattimento. Le ristrutturazioni di questi ultimi anni le hanno trasformate in botteghe artigiane ed atelier; intonaci colorati ed insegne accolgono i turisti durante le feste e qui si possono trovare olio di lentisco e tessuti decorati. Un cartello informativo invita a provare i prodotti tipici gastronomici locali, tra i quali c’è una grande varietà di pane, “dal civraxiu al raffinato coccoi pintau al pane con pomodoro”.
Ci siamo stati in febbraio; c’era un silenzio irreale, interrotto, solo quando abbiamo raggiunto la fine della stradina acciottolata che attraversa il paese, dal rumore di un trattore al lavoro nei campi. Quel giorno la vecchia Tratalias era ancora un borgo fantasma ma tutto era ben curato e sembrava sospeso, in attesa che arrivasse il momento dello show.
Città Tratalias Vecchia
Provincia Sud Sardegna
Regione Sardegna
Coordinate GPS 39°15′48″N 8°49′11″E
Come arrivare
In auto: da Carbonia. Seguire la SS 195, svoltare sulla SP77 per Tratalias e seguire le indicazioni fino al vecchio borgo.
Cosa visitare nei dintorni
– Cagliari
– Il Castello di Acquafredda a Siliqua (SU)Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative al borgo vecchio di Tratalias sul sito del comune: http://www.comune.tratalias.ca.it/la-storia
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Tra le vie di Tratalias sono state girate alcune scene del film “La fine è nota” di Cristina Comencini. In questo sito c’è una sezione dedicata alle location cimematografiche; se ne stai cercando altre, potresti trovarle qui:
– https://www.travel-experience.it/category/piccoli-borghi/location-cinematografiche/
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