Venosa: dalle odi ai madrigali (PZ)

Venosa, l'Incompiuta

Nell’alto potentino, la città di Venosa ha una storia antica e vanta eccellenze nella letteratura e nella musica.

Un soffio di vento improvviso ed il cappello di un turista ha preso il volo; ora egli lo insegue passando tra colonne che sorreggono il cielo. Calpesta un pavimento fatto di erba e terra, incurante degli strani simboli scolpiti sui grandi conci di pietra delle pareti. Le incisioni si rivelano numerose e di tradizione romana, longobarda ed ebraica: non solo l’ anfiteatro ed altri edifici della vicina città antica ma anche necropoli e cimiteri abbandonati furono utilizzati come cave di marmo per la costruzione dei muri perimetrali.
Maestose colonne con grandi capitelli corinzi, disposti lungo il lato destro, lasciano immaginare un’abside e tre navate.
Siamo all’interno dell’”Incompiuta”, un’abbazia benedettina dell’XI secolo, sorta alle spalle della “Chiesa Vecchia” di Venosa, l’abbazia della Santissima Trinità, dove, tra mirabili affreschi, è sepolto il grande condottiero normanno Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo. L’”Incompiuta”, più grande e maestosa, avrebbe dovuto prenderne il posto ma non fu mai terminata per mancanza di denaro.
Da sempre priva della copertura del tetto e di parte del colonnato, essa esercita il suo fascino sullo sfondo di ciò che resta del complesso residenziale e delle terme dell’antica città di Venusia, nota anche per aver dato i natali a Quinto Orazio Flacco, il famoso poeta latino.
VenosaSiamo a Venosa, un borgo lucano affascinante e ricco di storia, dedicato a Venere, la dea della bellezza. È orgoglioso delle proprie origini romane risalenti al III secolo prima di Cristo e, in particolare, del suo legame con Orazio, al quale ha dedicato una bella piazza centrale con una statua che lo ritrae con la corona di alloro. Inoltre, per le strade del borgo, sono affissi numerosi tabelloni che pubblicano alcuni dei suoi versi più famosi, tratti dalle Satire, dalle Epistole e dalle Odi. Tra questi, non poteva mancare il celeberrimo “Carpe diem”, l’esortazione a prendere ciò che ci è concesso senza darsi pena del domani, poiché ai mortali non è dato conoscere il futuro.
Poco lontano, un cartello indica la casa dove forse Orazio venne al mondo, che è visitabile.
Passeggiando per la strada principale del centro, numerose testimonianze del passato romano di Venosa, sotto forma di lastre lapidee, bassorilievi e colonne, affiorano tra gli intonaci dei palazzi e delle chiese. Quella di San Domenico, ad esempio, ricostruita con le elemosina dei fedeli e la generosa donazione del re borbone Ferdinando II, presenta un bel trittico di pietra proprio accanto alla porta di entrata. Poco lontano, la fontana di Messer Oto, risalente all’inizio del XIV secolo, a lungo usata come lavatoio pubblico, è sormontata dall’effige di un grande leone proveniente dalla città romana.
VenosaProseguendo, si arriva al castello, che emerge dal profondo fossato con bastioni e torri circolari. Oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale ma fu eretto con lo scopo di difendere la città. Fu costruito per volere di Pirro del Balzo Orsini, principe di Altamura e Duca di Venosa, a partire dal 1470; pochi anni prima, gli effetti di un violento terremoto avevano dato il via ad un vasto programma di rinnovamento urbano ed il Principe, fine ed ambizioso stratega, aveva colto l’opportunità per migliorare le fortificazioni di Venosa, mossa importante in un periodo in cui gli scontri tra Angioini ed Aragonesi infuriavano ancora nel sud Italia per il dominio del Regno di Napoli. Più volte Pirro guidò il suo esercito al servizio del re Ferrante d’Aragona ma altrettante gli si rivoltò contro. La partecipazione alla congiura dei Baroni gli fu fatale: il 4 luglio 1487 fu arrestato con l’accusa di tradimento e rinchiuso nelle carceri di Castelnuovo di Napoli, dove terminò i suoi giorni.
VenosaSolo un secolo dopo, il castello fu trasformato in residenza signorile da Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, ricordato come uno dei migliori compositori di madrigali e musica sacra mai esistiti.
Uomo raffinato e passionale, tornato a casa all’improvviso la notte tra il 16 ed il 17 ottobre 1590, colse la bella moglie Maria d’Avalos nel proprio letto insieme all’amante Fabrizio Carafa; in un impeto di rabbia li uccise entrambi e fuggì.
Non fu questa storia scabrosa a tenere in vita il suo ricordo ma la purezza della sua musica. Dopo quasi cinque secoli, Gestualdo da Venosa ha ispirato compositori come Stravinskij e Battiato, registi come Herzog e perfino jazzisti come Bruno Tommaso.
Tra le note delle loro opere riecheggia ancora la storia di Gesualdo e di questi luoghi.

Città Venosa

Provincia Potenza

Regione Basilicata

Coordinate GPS 40°58′N 15°49′E

Come arrivare

Per informazioni dettagliate e sempre aggiornate, rimando al sito del comune di Venosa: https://www.comune.venosa.pz.it/turismo/come-arrivare

Cosa visitare nei dintorni

– Bovino (FG)
– Deliceto (FG)
– Castello di Melfi (PZ)

Per saperne di più

Ho trovato molte informazioni utili su Venosa nel sito internet: https://www.comune.venosa.pz.it/turismo.

Venosa è iscritta al club “I Borghi più belli d’Italia”; se vuoi scoprirne altri potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella sezione:
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Il 12 maggio 1995 Venosa è apparsa come soggetto di uno dei francobolli della Serie Turismo, XXII edizione, del valore facciale di 750 Lire.
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