Sulla sponda occidentale del Lago di Garda i ruderi della rocca di Manerba testimoniano il fascino di un passato antichissimo arrivato fino a noi tra miti e leggende.
Era bellissima e maestosa la rocca di Manerba, con le sue torri di avvistamento e la grande cinta muraria, eretta in posizione dominante su uno sperone di roccia a strapiombo sul lago di Garda. Da lì sopra il panorama è ampio, abbraccia la costa del lago e controlla le principali via di terra della Valtenesi. È una posizione davvero strategica e questo spiega perché la rocca fu teatro di violenti scontri tra guelfi e ghibellini, Scaligeri e Visconti, e molto prima, tra Longobardi e i Franchi di Carlo Magno.
È lunga la storia che raccontano quelle pietre, indagate dagli scavi archeologici del Museo Civico Archeologico della Valtenesi, ospitato nel Centro Visitatori del Parco Archeologico Naturalistico della Rocca di Manerba del Garda. È una storia che inizia ben ottomila anni fa. I ritrovamenti di piccoli utensili, armi e arpioni di osso fatti risalire alla cultura di Lagozza (4000 a.C.) ci raccontano di una vita sostentata dalla pesca e dalla caccia. Altri ritrovamenti ci raccontano che qui si insediarono gli Etruschi, i Galli Cenomani e i Romani. La leggenda ci racconta che qui si insediò la dea Minerva e piantò i bellissimi ulivi che, favoriti dal particolare microclima del lago, ancora oggi punteggiano il panorama e permettono la produzione di olio molto pregiato.Partendo dal centro visitatori si segue la strada che conduce all’altura, salendo fino alle fortificazioni medievali del XII e XIII secolo. La strada sale ripida, prima asfaltata e poi acciottolata, passando attraverso muri perimetrali, scalinate e ponticelli in legno, fino ad arrivare alla cima dominata da una croce.
Ormai della splendida rocca sono rimasti solo i ruderi perché nel XVI secolo era diventata il covo inespugnabile dei fuorilegge Zamari. Le cronache del tempo narrano di “certi banditi Veronesi che se l’havevano appropriata con danno di tutto il lago”. Fu così che nel 1574 il provveditore della Repubblica Serenissima Giacomo Soranzo ne ordinò la distruzione.
Fermiamoci a leggere i pannelli didattici che descrivono i resti ai nostri piedi e ci raccontano una storia che nasce nel Mesolitico e arriva ai giorni nostri come testimonianza di un passato leggendario, mitico ma anche reale. Camminiamo nell’erba soffice che ci invita al riposo, respirando l’aria fresca che profuma delle essenze tipiche di questa zona. Lasciamo che lo sguardo vaghi in lontananza, abbracciando l’orizzonte azzurro del lago di Garda: quando le giornate sono limpide si può vedere il profilo del Monte Baldo che troneggia al confine tra la sponda veronese e quella trentina. Osserviamo il verde dei boschi che sono sotto di noi, dove il carpino nero, la quercia roverella e il pungitopo convivono con altre specie tipiche della macchia mediterranea. Sono numerosi i percorsi ed i sentieri segnati dal CAI che ci potrebbero guidare verso nuove avventure. Alcuni di questi sono ripidi; altri in estate, quando la vegetazione è più rigogliosa, possono essere più difficili da individuare. Noi scegliamo di salire alla croce, da dove è possibile godere dello splendido panorama a trecentosessanta gradi: da una parte l’azzurro del lago e dall’altra il verde della Valtenesi. Narra la leggenda che qui viveva un lupo ferocissimo che spaventava gli abitanti del posto e forse di loro si cibava. Furono numerosi i tentativi di catturarlo, ma il lupo sembrava invincibile. Un giorno provò ad attirarlo un giovane cacciatore di Moniga, che usò un’esca viva, ma il lupo ebbe la meglio e il giovane precipitò dalla rupe cadendo nelle acque del lago. Un giovane pescatore della Raffa cercò di catturare il lupo con la rete, ma anch’egli finì precipitando del lago. Infine si fece avanti un giovane contadino della Pieve, che attirò il lupo con finti ululati. Quando l’animale si avvicinò, il contadino lo affrontò alzando la croce verso il cielo e comandando alla bestia di arretrare. Così fu e il lupo precipitò nel lago e morì. Gli abitanti di Manerba iniziarono grandi festeggiamenti e, quando eressero la grande croce sulla rocca per rendere grazie a Dio dell’aiuto ricevuto, i corpi dei due sfortunati giovani, morti affrontando il lupo, si trasformarono in due scogli, visibili ancora oggi.
Città Manerba del Garda
Provincia Brescia
Regione Lombardia
Coordinate GPS 45°32′59″N 10°33′05″E
Come arrivare
In auto: da Brescia. Strada Statale SS11 fino a Desenzano del Garda, poi seguire la SP26 in direzione Salò-Riva del Garda. Seguire le indicazioni fino a Manerba.
In treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Desenzano del Garda, sulla linea Milano-Verona. Da lì si raggiunge il centro di Manerba con i mezzi pubblici.
Cosa visitare nei dintorni
– Il Vittoriale degli Italiani a Gardone (BS)
Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative alla Rocca di Manerba del Garda sul sito internet: http://www.riservaroccamanerba.com/it/
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