Grazzano Visconti e il Biscione (PC)

Storie e leggende dello splendido borgo medievale situato del cuore del piacentino, costruito nel secolo scorso, che riporta ovunque lo stemma della casata che ne ha voluto la realizzazione.

Visitare Grazzano Visconti è come fare un salto nel passato, un viaggio in una macchina del tempo. Appena varcata una delle quattro porte di accesso al borgo ci ritroviamo catapultati in uno scenario medievale, dove non passano le automobili, non ci sono marciapiedi e le strade non sono lastricate ma coperte di sassolini, dove le case hanno muri di mattoni rossi su cui spiccano eleganti elementi decorativi e affreschi colorati, mentre il glicine e l’edera si arrampicano su di essi.
Sui muri di alcune case ci sono gli anelli dove poter legare i cavalli, i portici hanno le travi a vista. Ci sono fontane e statue che ornano angoli e piazzette, scorci pittoreschi, un bel pozzo, locande e negozietti che appaiono come botteghe con le insegne di ferro battuto e vendono statuette di fate, streghe, gnomi e unicorni, antichi fossili e monili, riproduzioni di antiche balestre e spade, saponi e prodotti artigianali naturali.Durante tutto l’anno la Pro Loco organizza manifestazioni in costume medievale con spettacoli, cortei, danze, sbandieratori, giocolieri, esibizioni a cavallo o col tiro con l’arco. Non è quindi inusuale camminare per il borgo ed incontrare una dama o un cavaliere. Qui tutto concorre a far rivivere un’atmosfera fuori dal tempo, tutto è studiato nei particolari per far sembrare Grazzano Visconti autentica, anche se gli unici elementi davvero originali sono il castello visconteo risalente alla fine del XIV secolo e la chiesetta di sant’Anna.
Il castello era stato fatto costruire da Giovanni Anguissola per risiedervi con la moglie Beatrice Visconti, sorella di Gian Galeazzo. Estinto il ramo Anguissola di Vigolzone nel 1870, il castello passò in eredità a Giuseppe Visconti di Modrone, padre del famoso regista Luchino Visconti. Giuseppe era un personaggio eclettico, Gentiluomo di Corte della Regina Elena di Savoia. Aiutato dall’architetto Alfredo Campanini e forse anche consigliato dall’amico Gabriele D’Annunzio, agli inizi del 1900 Giuseppe finanziò importanti lavori di ristrutturazione del castello e partecipò al progetto di un nuovo borgo in stile neo-medievale, con case trecentesche, botteghe che servissero da scuole artigiane, laboratori e locande. Si narra che il Visconti arrivò addirittura a affrescare personalmente le pareti esterne di alcune case del paese. Intorno al castello nacque uno splendido parco di oltre quindici ettari, con cedri del Libano, platani aceriformi, bambù, bossi, tassi e molte altre essenze ormai secolari. Queste, insieme a statue, fontane, la casetta dei giochi e un labirinto aperto dalle sfingi, ne fanno uno dei più belli e pregiati tra i Grandi Giardini Italiani. Tale realizzazione fu talmente apprezzata che Vittorio Emanuele III con Regio Decreto cambiò il nome di Grazzano in Grazzano Visconti e conferì a Giuseppe Visconti il titolo di duca.
Qualcuno racconta che Giuseppe Visconti fosse anche un medium e un giorno, nel corso di una seduta spiritica, gli si manifestò lo spirito di una giovane donna che, guidando la sua mano per disegnarne il ritratto, gli raccontò la propria storia. La fanciulla si chiamava Aloisa ed in vita era stata la giovane sposa ricca ma non avvenente di un bel soldato di ventura. Lei era innamorata, ma per lui fu solo un matrimonio di convenienza. Alla fine ella morì per gelosia e dolore a causa dei tradimenti del marito. Da allora, spirito inquieto, vaga per il castello e il parco di Grazzano Visconti. Aloisa era bassetta, grassottella, con lo sguardo dolce e triste e le braccia conserte, così come viene raffigurata nella statua del parco e in quella posta vicino ad una siepe nella piazzetta in prossimità del centro del borgo.È diventata nel tempo la protettrice degli innamorati e molti visitatori le offrono fiori e piccoli omaggi, per consolare lei che nell’amore non ebbe fortuna o per chiederle aiuto nella ricerca dell’anima gemella.
Lo stemma dei Visconti è visibile ovunque in tutta Grazzano: il biscione campeggia tra le statue, sulle insegne, affreschi ed elementi decorativi dei palazzi, perfino sulle bocche delle fontane. Definito da Dante Alighieri “la vipera che il milanese accampa“, è rappresentato da un serpente coronato a sette spire con in bocca un bambino.
Secondo la leggenda Ottone Visconti, al seguito di papa Urbano III, era accampato con le sue truppe alle porte di Gerusalemme. Dato che si diceva il Visconti essere uomo invincibile, la cui insegna scolpita sullo scudo era costituita da sette corone, una per ogni nemico valoroso sconfitto, fu allora che Voluce, un principe saraceno di grande valore, volle sfidarlo a duello.
Lo scontro fu lungo e cruento e Ottone ne uscì vincitore, per cui rivendicò le insegne del nemico, che raffiguravano una grossa serpe nell’atto di divorare un bambino (forse il Bambin Gesù). Tornato in patria coperto di onori per le sue numerose vittorie, il Visconti donò le insegne dei nemici alla Cattedrale di Milano e da quel giorno il biscione a sette spire diventò il simbolo della sua casata.
Un’altra leggenda racconta che dopo la morte di Sant’Ambrogio il temutissimo drago Tarantasio arrivò nei pressi di Milano, scegliendo come tana una grotta vicina al lago Gerundo (detto anche Geroso). Il lago era uno specchio d’acqua salmastra in una zona paludosa e non abitata che si estendeva dalle porte di Milano all’attuale provincia di Cremona. Il drago era forte, molto pericoloso e si nutriva di carne, preferendo quella tenera dei bambini. Fu così che Umberto Visconti, capostipite della dinastia, partì per affrontare il drago. La lotta durò ben due giorni, alla fine dei quali Umberto uscì vincitore. Scelse quindi l’immagine di un drago che mangia un bambino come simbolo della propria famiglia, immagine che venne tramutata da un pittore poco abile in quello di una vipera, originando il “Biscione visconteo”.

Città Grazzano Visconti (Vigolzone)

Provincia Piacenza

Regione Emilia-Romagna

Coordinate GPS 44°56′00″N 9°40′00″E

Come arrivare

In auto: Grazzano Visconti si trova a 12 km a sud-est di Piacenza. È facilmente raggiungibile dall’autostrada A1 e dall’autostrada A21 dall’uscita Piacenza Sud.

In treno: Stazione ferroviaria di Piacenza: Dalla stazione partono i bus, linea suburbana (arancio) direzione Ponte Carmiano e extraurbani (blu) direzione Bettola o Selva. Scendere alla fermata “Grazzano Visconti “.

Cosa visitare nei dintorni

– Castell’Arquato (PC)
Vigoleno (PC)
Bobbio (PC)

Per saperne di più

È possibile trovare molte informazioni utili su Grazzano Visconti sul sito internet: http://www.grazzano.it/.

Se ti appassionano i castelli italiani, potrebbero interessarti anche i seguenti articoli:
Soave di nome e di fatto (VR)
Il Castello di Castelbello (BZ)
Trezzo sull’Adda: leggendaria terra di confine (MI)
Il Castello di Padernello (BS)
Il fascino del Castello di Fénis (AO)
Vigoleno e il salottino del bel mondo (PC)
San Colombano si fermò a Bobbio (PC)
Populonia e la storia scomparsa (LI)
A Gradara c’è il castello di Paolo e Francesca (PU)
Il castello della Rancia (MC)
Il grande film di Sermoneta (LT)
Rocca Calascio: un gioiello da riscoprire (AQ)
Visita al castello di Arechi II (SA)
Castel del Monte: “Stupor Mundi” stupisce ancora (BT)
Castel Sant’Angelo a Taranto svela la sua storia (TA)
Sulle ali del Castello di Acquafredda (SU)

Se ti intrigano i luoghi italiani legati a storie di fantasmi, potrebbero interessarti anche i seguenti articoli:
Trezzo sull’Adda: leggendaria terra di confine (MI)
Il Castello di Padernello (BS)
Le monache del monastero di Torba (VA)
Il fascino del Castello di Fénis (AO)
Balestrino: il Cuore d’Inchiostro e il fantasma (SV)
Finalborgo e Castel Gavone (SV)
Monteriggioni di torri si corona (SI)
Il grande film di Sermoneta (LT)
– Le torri di Pacentro (AQ)
Sulle ali del Castello di Acquafredda (SU)

Visits: 815

Condividi

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*