Le torri di Pacentro (AQ)

Pacentro

Nel verde della Valle Peligna, Pacentro è un piccolo borgo medievale ancora molto attaccato alle proprie tradizioni e leggende.

Dopo lungo peregrinare Enea ed i suoi compagni giunsero finalmente al Tevere. Tra di loro Pacinus decise di proseguire il suo viaggio; volse ad est, valicò gli Appennini, attraversò boschi e guadò fiumi. Arrivò nel verde della Valle Peligna e la bellezza del paesaggio lo conquistò al punto che decise di fermarsi e fondare la sua città: Pacentro.
Eccolo: un piccolo e splendido borgo medievale, ottimamente conservato, adagiato lungo il pendio del monte Morone. Al di sopra della distesa dei tetti svettano il campanile della chiesa di Santa Maria Maggiore e le tre torri dell’antico castello Caldora che rendono il suo profilo assolutamente inconfondibile, con le montagne che fanno da sfondo.
Attratti da queste premesse, ci tuffiamo nella visita del borgo, accolti dalla curiosità dei pacentrani, ospitali e prodighi di consigli, che ci indicano gli scorci più suggestivi, i migliori punti panoramici e perfino la casa nella quale hanno vissuto i nonni di Veronica Ciccone, alias Madonna, la famosa cantante.
PacentroArriviamo davanti alla Chiesa della Madonna di Loreto, con la facciata molto semplice ed intonacata: distrutta da un incendio nel XVI secolo, fu poi ricostruita. L’ogivale centrale raffigura la Vergine in tunica rosa e mantello blu notte, seduta sul tetto dell’edificio di pietra collocato su una nuvola sorretta da uno stormo di angioletti alati.
Proprio qui arriva la Corsa degli Zingari, una gara antica cinque secoli e ancora molto sentita. Un simpatico locale mi spiega che “zingari”, in dialetto, sono i poveracci, quelli vestiti di stracci e troppo miseri per avere un paio di scarpe. Ogni anno, la prima domenica di settembre, i giovani abitanti di Pacentro corrono scalzi scendendo dal ripido sentiero del colle Ardingo, tra pietre e spine; risalgono sulla strada lastricata alle porte del borgo fino all’interno della chiesa, dove i loro piedi sanguinanti vengono puliti e medicati. Il primo arrivato vince un premio simbolico: oggi è in denaro ma qualcuno ricorda ancora quando in palio c’era un pezzo di stoffa per farsi cucire il vestito buono. Nel XV secolo i migliori erano scelti dal condottiero Giacomo Caldora per rimpolpare le fila del suo esercito.
Procediamo tra vie strette con palazzi in pietra e portali sormontati da stemmi nobiliari; Pacentro è un luogo tranquillo e rilassante, dai colori chiari e dagli scorci romantici.
Arriviamo in Piazza del Popolo, davanti all’elegante facciata della quattrocentesca Chiesa Maggiore, con tanto di meridiana. C’è una fontana seicentesca fresca e colorata di fiori e, di fronte, una balconata panoramica si affaccia sulla Valle Peligna, verde e mozzafiato.
PacentroRiprendiamo a camminare, salendo lentamente verso il Castello di Caldora, il più antico d’Abruzzo, e le sue tre torri a pianta quadrata.
La prima fortificazione risale al X secolo, quando i Normanni cercavano di controllare il territorio e proteggerlo dalle frequenti incursioni dei Saraceni. Col tempo furono aggiunte mura, torri e bastioni circolari, dando al castello l’attuale forma trapezoidale irregolare.
La torre più antica è quella “dell’Assedio”: si narra che sia parzialmente crollata intorno al 1230, durante gli scontri contro l’esercito imperiale di Federico II di Svevia.
Quella di nord-ovest, dietro il ponte levatoio, è la “Torre del Re”: la tradizione vuole che fin dal Medioevo il feudatario vi salisse in cima per prendere coscienza dei territori dei quali entrava in possesso. La sua gemella è la “Torre del fantasma”, riconoscibile dal viso femminile che vi è scolpito.
Secondo una leggenda, la donna sarebbe Margherita de Braj che, non potendo sopportare il dolore causatole dalla falsa notizia della dipartita del suo amato marito, il Barone Roberto de Luczinardo, si suicidò gettandosi dalla torre.
Un’altra versione racconta che quel viso apparteneva a Medea d’Evoli, prima moglie di Giacomo Caldora, morta di crepacuore quando ricevette il falso annuncio della scomparsa di Antonio, il figlio prediletto.
In entrambe le versioni, gli occhi della donna continuano a scrutare il paesaggio dall’alto, alla ricerca della persona amata, nell’attesa del suo ritorno.

Città Pacentro

Provincia L’Aquila

Regione Abruzzo

Coordinate GPS 42°03′01.55″N 13°59′29.44″E

Come arrivare

In auto: da L’Aquila. Prendere la strada statale Strada Statale 17 in direzione sud fino a Sulmona e proseguire seguendo le indicazioni per Pacentro.

In treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Sulmona, dalla quale è possibile proseguire in autobus.

In autobus: Pacentro è servita dalle autolinee ARPA – Autolinee regionali Pubbliche Abruzzesi). Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet: www.arpaonline.it/.

Cosa visitare nei dintorni

– Sulmona (AQ), la patria dei confetti;
– Scanno (AQ)

Per saperne di più

Per maggiori informazioni su Pacentro è possibile consultare il sito internet: http://www.comune.pacentro.gov.it/da-visitare.html.

Pacentro è iscritto al club “I Borghi più belli d’Italia”; se vuoi scoprirne altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella sezione:
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